"Il vaccino è l'arma essenziale contro il Covid. L'omeopatia può aiutare, ma soltanto dopo"

Gorga, presidente di Omeoimprese: "Benefici sulle difese immunitarie"

"Il vaccino è l'arma essenziale contro il Covid. L'omeopatia può aiutare, ma soltanto dopo"

«Il vaccino è l'unico presidio in grado di risolvere l'emergenza Covid. Non esiste alcuna cura, tanto meno omeopatica, che possa cancellare il rischio di tornare all'alienazione ed ai morti degli anni scorsi». A sostenerlo è Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, che indirettamente lancia un messaggio ai No Vax.

Se vogliono proteggersi (e a loro volta proteggere le persone che incrociano) dal Covid lo possono fare solo vaccinandosi. Detto questo, oltre ai farmaci anti Covid utilizzati in ospedale, l'omeopatia può essere una «stampella» al percorso vaccinale, contribuendo ad alleviare la spossatezza post iniezione.

«Una volta fatto il vaccino - spiega Gorga - esistono immunostimolanti e medicinali omeopatici con effetti benefici sulla prevenzione e sulle difese immunitarie». Quindi potrebbero rappresentare un aiuto per rafforzare il sistema immunitario messo alla prova dalla doppia iniezione di siero anti Covid. E anche per prevenire raffreddori e influenza stagionale in arrivo.

Chi si affida ai rimedi omeopatici da anni dimostra di farlo con costanza, così come già faceva dal pre pandemia. Le vendite - soprattutto quelle online - sono andate bene durante gli ultimi due anni. Ma se da un lato i prodotti omeopatici non hanno la pretesa di sostituire le terapie tradizionali nella cura o nella prevenzione del virus, dall'altro tornano a rivendicare un proprio diritto sancito dalla legge: avere la dignità di veri e propri farmaci.

Nonostante una direttiva europea del 2006 che ne regolamenta il mercato, i medicinali omeopatici non possono ancora essere accompagnati dal foglietto illustrativo. «Un paradosso che mette a rischio la corretta informazione dei pazienti - insorge Gorga - A oggi non è possibile scrivere sulle confezioni contro cosa vanno utilizzati i prodotti. Ma questo avviene in Italia, all'estero si può».

La legge ha imposto alle aziende omeopatiche di registrare presso l'Aifa (agenzia del farmaco) i medicinali omeopatici che hanno deciso di mettere in commercio, attraverso un iter oneroso e, per certi aspetti, equiparato a quello dei prodotti allopatici (cioè ai farmaci tradizionali). A seguito di questo processo di autorizzazione, esistono farmaci omeopatici che si possono acquistare solo con la prescrizione medica specialistica, la cosiddetta ricetta bianca. «Tuttavia - denuncia Gorga - è come se fossero farmaci a metà. Registrarne di nuovi costa quanto costerebbe registrare l'aspirina, molti richiedono la ricetta ma chi li acquista non viene informato su utilizzo e posologia.

Nemmeno i medici possono ricevere corrette informazioni». Da qui le richieste all'Aifa: un ribasso delle tariffe di registrazione, la possibilità di indicare i campi di applicazione dei farmaci e un coinvolgimento di Omeoimprese nel processo decisionale.

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