Cambia tutto per davvero. O meglio, parte dei cambiamenti in atto, vengono imposti dalle regole sempre più stringenti in tema di emissioni. Lotta al gas climalterante anidride carbonica, insieme alle sostanze inquinanti (ossidi di azoto e particolato), con il sogno di fare delle nostre città e delle nostre strade vere «smart cities» e «smart roads» percorse da autoveicoli a guida autonoma, cioè privi di volante e pedali: ecco gli obiettivi che il mondo automotive è impegnato a perseguire. La ricerca, in proposito, ha già portato a importanti risultati: le auto a guida autonoma, che non necessitano dell'intervento umano, esistono, sono già state sperimentate e non sono mancate le polemiche per alcuni incidenti mortali. Ma è lo scotto che la ricerca deve pagare.
L'industria ha fatto passi da gigante e anche le «smart roads» che attraversano le «smart cities» sarebbero cosa fatta se nelle stanze dei bottoni, di qua e di là dell'Oceano, fosse state seguita la stessa impressionante velocità con cui si sono mosse le Case automobilistiche. Invece, guardando all'Italia, non si riesce a stare dietro all'evoluzione che il mondo della mobilità sta vivendo. Si pensa in grande, ma le strade piene di buche portano drammaticamente alla realtà. In questo slalom quotidiano, la tecnologia però avanza. Il concept Ariya, per esempio, incarna la visione della «Nissan Intelligent Mobility» per il trasporto delle persone: un futuro in cui l'elettrificazione e l'intelligenza del veicolo offriranno un'esperienza di viaggio fluida e adattiva, a zero emissioni e zero incidenti fatali. L'obiettivo dell'azzeramento degli incidenti mortali è parte integrante della ricerca sulla guida autonoma: ci stanno lavorando tutte le Case automobilistiche. E qui la tecnologia appunto corre in aiuto dell'uomo, sempre più soggetto a comportamenti che potrebbero causare incidenti con feriti gravi o vittime. La distrazione, in questo momento, è il nemico numero uno da combattere, e l'utilizzo delle telecamere, con il conseguente monitoraggio del guidatore, servirebbe a intercettare eventuali situazioni a rischio. Ecco perché, sottolineano per esempio in Volvo, bisogna consentire alla vetture di prendere decisioni in maniera attiva allo scopo di evitare incidenti con conseguenze imprevedibili. La guida autonoma, quella che non necessita dell'intervento umano, è classificata al livello 5 (l'auto fa tutto da sé). In questo momento, sulle strade circolano auto classificate al livello 2: la vettura gestisce accelerazione e arresto attraverso sistemi come la frenata assistita o la frenata di emergenza, ma il controllo del mezzo resta esclusivo del guidatore.La guida assistita, importante per la sicurezza, si aggiunge ad altre funzioni che semplificano la vita del conducente, come il parcheggio automatico. L'auto, in pratica, individua la posizione degli ostacoli, e il volante, grazie a impulsi elettrici trasformati in impulsi meccanici, si muove da solo per consentire il parcheggio.
Connettività è il termine che ricorre in tutte le presentazioni di un nuovo modello. Entro il 2025, secondo un recente studio dell'Osservatorio Autopromotec, almeno il 70% del parco circolante sulla strade europee sarà - appunto - connesso. E i veicoli dotati di strumenti telematici, grazie a internet e ai dispositivi mobili, faranno dialogare la vettura con il mondo esterno, tra cui altri automezzi, infrastrutture stradali e altri dispositivi. Un passo importante verso le «smart roads», capace di fluidificare il traffico, evitare incidenti e a beneficio dell'ambiente. L'acronimo C.A.S.E. riferito alle auto (Connesse, Autonome, Condivise, Elettriche) delinea chiaramente la visione futura della mobilità. Però non è tutto oro quello che luccica: il traguardo impone enormi sacrifici economici per i costruttori. AlixPartners prevede che la spesa per i veicoli autonomi, sia da parte dei tradizionali operatori del settore sia da parte dei nuovi arrivati (Uber, Google, ecc) raggiungerà gli 85 miliardi di dollari cumulativi fino al 2025, oltre a quella per i veicoli elettrici. Il calcolo più aggiornato stima in 225 miliardi di dollari, nel 2023, la spesa complessiva per l'elettrificazione delle gamme allo scopo di scongiurare multe salatissime.
Tutti costi (inevitabili sanzioni comprese) che incideranno sui profitti dei gruppi automobilistici e - il rischio c'è - sull'occupazione. È il rovescio della medaglia del grande cambiamento che il mondo della mobilità sta, per certi aspetti, anche subendo.
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