"Il Pd non c'è più. C'è il partito della nazione, che si fonda su due pilastri: populismo dall'alto e trasformismo". Nichi Vendola, dalle colonne del Corriere della Sera, attacca il partito del premier sugli impresentabili del Pd candidati alle prossime Regionali:"Non è fisiologico imbarcare quadri legati a Cuffaro e Lombardo in Sicilia, seconde file di Scajola in Liguria. Per non parlare della presenza di gomorra, denunciata da Saviano nella Campania di De Luca. Populismo e retorica del cambiamento si saldano con i poteri forti e le piccole nomenclature. E' il tramonto della politica come partecipazione, che rinasce come pubblicità e talk". Poi un deciso affondo al premier e alle sue scelte di governo: "L'autoritarismo è un vizietto di Renzi. Cosa rimproveravamo a Berlusconi? - chiede Vendola - Confidenza con la mafia, attacco al mondo del lavoro, alla scuola pubblica e alla democrazia parlamentare. Vedo sinistre somiglianze con lui. E poi la scuola: si costruisce la figura del preside-gerarca e si svalorizza la funzione dell'insegnamento".
Il presidente della regione Puglia ragiona poi sulle divisioni dentro il Pd e il futuro della sinistra: "La diaspora è importante. Porterà a compimento la mutazione del Pd consentendo di uscire dalla strabiliante ambiguità in cui sguazza Renzi. Non chiedo a nessuno di entrare in Sel. Mi interessa la partita, non il partito. Invito chi vuole costruire una sinistra moderna a fare un passo avanti. Siamo disponibili a metterci in discussione, a sciogliere i gruppi e costituirne di nuovi".
Vendola promette novità dopo le Regionali con un'interlocuzione più stretta con la coalizione sociale di Landini e possibili "sviluppi interessanti" anche con i Cinquestelle. Infine un pensiero va anche a Barbara Spinelli: "Ricordo che è stata eletta con i nostri voti. Ma, per dirla con la scrittrice: vada dove la porta il cuore".
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