Con il passare dei giorni sembra sempre meno gestibile la «questione veronese» che vede, a meno di dieci giorni dal ballottaggio, il centrodestra muoversi in ordine sparso senza un piano comune. Il sindaco uscente, Federico Sboarina, non raccoglie l'invito di Flavio Tosi di concordare un progetto comune in vista del voto di domenica 26. Lo sfidante di Damiano Tommasi (l'ex calciatore è l'alfiere del centrosinistra ed ha raccolto al primo turno quasi il 40 per cento dei consensi) considera naturale la convergenza sulla sua candidatura dei voti di centrodestra. Quindi evita di impegnarsi pubblicamente nei confronti di Tosi. Un atteggiamento che ha agitato le acque del centrodestra. Mentre le segreterie dei partiti continuano a ripetere che l'unità del centrodestra deve essere la precondizione per vincere.
L'irritazione è forte soprattutto in Forza Italia. Il silenzio di Sboarina non piace e la senatrice Licia Ronzulli si appella a Giorgia Meloni perché intervenga a rimuovere lo stallo veronese. «Se Sboarina decide di non apparentarsi - ricorda la Ronzulli - onestamente si dà un vantaggio al centrosinistra. Nel momento in cui questa decisione rischia di penalizzare i cittadini di Verona allora bisogna forse intervenire». Forza Italia e Lega si appellano alla leader di Fratelli d'Italia affinché sblocchi la situazione. Da via della Scrofa per il momento nessun commento. Ci pensa Ignazio La Russa, col peso della sua autorità, a farsi garante. Sul fatto che Sboarina sia titubante su un apparentamento ufficiale con Tosi, l'esponente di Fratelli d'Italia accampa ragioni tecniche. «Da un punto di vista mediatico - spiega - anch'io avrei preferito la strada dell'apparentamento, ma probabilmente Sboarina ha ritenuto opportuno cercare l'unità del centrodestra senza però offrire maggiori spazi allo schieramento che potrebbe finire all'opposizione. E quindi ha invitato Tosi a condividere un progetto e, aggiungo io, anche se non ne ha parlato per pudore, una squadra. E su questo, se ce ne fosse bisogno, sono pronto a fare da garante». Ribadisce la necessità dell'apparentamento Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: ««È necessario fare degli apparentamenti formali ai sensi di legge, in tutte le città dove ci sono in campo al secondo turno candidati del centrodestra», sottolinea. Anche la Lega, che con Fratelli d'Italia ha sostenuto Sboarina al primo turno, si appella ai vertici di FdI per trovare una soluzione che riporti armonia e - soprattutto - unità nella coalizione in vista del ballottaggio di domenica 26. E con il commissario veneto Alberto Stefani, fedelissimo di Salvini, insiste sull'apparentamento. Il leghista non si sbilancia limitandosi a dire qual è la posizione del Carroccio.
Diverso il caso di Patrizia Bisinella, che 5 anni fa si trovò contro Sboarina nel ballottaggio che vedeva due candidati di centrodestra contendersi l'amministrazione della città scaligera. La Bisinella definisce Sboarina «cocciuto e sordo e con una visione miope della politica». La Bisinella è anche la moglie di Flavio Tosi e maliziosamente fa notare che metà dell'elettorato di centrodestra al primo turno non ha scelto Sboarina, bocciando in questo caso il lavoro della sua amministrazione.
Secondo Bisinella dietro il silenzio di Sboarina c'è l'intenzione di «non dare un legittimo riconoscimento a Forza Italia». E ricorda che il rischio dell'astensionismo è alto nel «ballottaggio balneare». E che potrebbe penalizzare proprio il centrodestra consegnando dopo quindici anni la città alla sinistra.
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