Verona corre sul filo. Forza Italia è prima: vacilla il feudo di Tosi

Testa a testa con il centrodestra al 28%. E la compagna del sindaco uscente non sfonda

Verona corre sul filo. Forza Italia è prima: vacilla il feudo di Tosi

Tre aspiranti sindaci separati da una manciata di voti. Bisognerà aspettare l'ultima scheda per capire chi andrà al ballottaggio per Flavio Tosi a Verona. Il secondo turno è conteso tra l'uomo nuovo del centrodestra veronese, Federico Sboarina, avvocato, Orietta Salemi, Pd, professore di latino e greco al liceo classico e consigliere regionale, e Patrizia Bisinella, fidanzata di Tosi e senatrice di Fare!, il movimento fondato dal compagno. I primi exit poll di TgLa7 danno in testa Sboarina, candidato da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia e altre quattro liste civiche: la forbice è tra 24 e 28 per cento.

Orietta Salemi con le sue tre liste insegue ma non troppo distante, i sondaggi all'uscita dei seggi prevedono un risultato tra il 22 e il 26 per cento. Bisinella, sostenuta da sette liste civiche, sarebbe in una forchetta compresa tra 19 e 23 per cento. Tuttavia, secondo le stime del Tg1, Sboarina e Salemi si sovrappongono, tra 22 e 26 per cento, mentre Bisinella è tra il 18 e il 22, sempre terza, ma niente affatto esclusa. Per i tre candidati gli intervalli di probabilità sono molto vicini.

Un mese fa il vantaggio di Sboarina nei sondaggi era molto più netto e Bisinella più staccata. Ma dopo un decennio da primo cittadino, la parabola di Flavio Tosi a Verona non è chiusa. La fidanzata ha combattuto una battaglia in salita per farsi conoscere dai veronesi, lei nata a Castelfranco Veneto (Treviso); ma la senatrice ex leghista, uscita dal Carroccio quando Tosi fu cacciato da Matteo Salvini, ha dovuto liberarsi anche dall'immagine di candidato-ombra del compagno sindaco. Il quale proprio venerdì ha inaugurato la sua ultima opera pubblica, una funicolare mozzafiato che sale su Castel San Pietro a dominare la città.

La campagna elettorale di Verona è stata un braccio di ferro tra Tosi e Sboarina, tra la Lega Nord e il sindaco espulso da Salvini. È un intreccio complesso quello delle candidature scaligere: dieci anni fa Sboarina era di Forza Italia e assessore di Tosi mentre la Lega di Bossi e Maroni puntava sul primo cittadino per mostrare il volto migliore del partito, quello delle buone amministrazioni locali, tutte ordine, pulizia, sindaci sceriffo e valanghe di voti nelle città del Nord. Cinque anni fa Tosi fu rieletto (le sue vittorie sono avvenute entrambe al primo turno) disobbedendo al partito e spaccando Forza Italia.

Un sindaco che viene eletto senza ballottaggio ha comunque ragione, ma più di qualcuno gliel'ha giurata. Via via Tosi ha perso pezzi, ha rischiato addirittura di perdere la maggioranza in consiglio comunale. La rottura con la Lega ha segnato una svolta irreversibile. La campagna elettorale ha riflettuto tensioni covate per anni e lo scontro è culminato quando sono apparse foto rubate dei tosiani con l'ex vicesindaco Giacino, condannato per corruzione.

Sboarina ha fatto fruttare la catena di accordi che ha portato il centrodestra a coordinare una serie di candidature nelle città chiamate al voto. Salemi non ha risentito più di tanto del disturbo portato dalla lista di Michele Bertucco, ambientalista e progressista a sinistra del Pd. Battaglia all'ultimo voto si preannuncia anche al ballottaggio.

Sboarina, dato in testa da tutti gli exit poll, si troverà di fronte una donna, o Salemi o Bisinella. Ed è probabile che i fedelissimi delle due candidate faranno confluire i voti sull'altra pur di sbarrare la strada al centrodestra nuovamente unito.

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