La burocrazia comunitaria sembra essere più importante della devastante crisi economica che sta colpendo gli italiani. Giuseppe Conte e compagni ci lasciano soli. "Fuggono a Bruxelles" e, dietro di loro, un deserto. Il presidente del Consiglio e i suoi uomini trascurano gli italiani per dare precedenza alle solite giravolte europee. Potrebbe slittare a domani o sabato, quindi dopo il Consiglio europeo, la riunione del consiglio dei Ministri (Cdm) per varare il Documento di economia e finanza (Def). E dare il via libera alla richiesta di deficit aggiuntivo per circa 50-55 miliardi necessario per finanziarie il "decreto aprile" che viaggia ormai nell’ordine dei 100 miliardi.
Secondo quanto si apprende, prima di convocare il Cdm, ci sarà bisogno di un nuovo confronto politico con i capi delegazione e alcuni ministri a cui dovrebbe partecipare anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Ma al momento la riunione non è ancora stata fissata e questo fa presupporre che potrebbe non tenersi in giornata visto che nel pomeriggio il premier Conte parteciperà in videoconferenza al Consiglio europeo.
L’intesa sui numeri non è ancora stata siglata di fatto. Ma nel Def il governo dovrebbe indicare un crollo del Pil dell’8% nel 2020 (con un rimbalzo al 4-5-4,7% l’anno prossimo) che porterebbe il deficit oltre il 10%. E un’impennata del debito oltre il 155%. Sulla richiesta di scostamento, l’accordo di massima raggiunto nella serata di ieri prevede un aumento del deficit di 53 miliardi che potrebbe però raggiungere i 55 miliardi.
La sceneggiatura di questa piccola crisi politica è la solita. I 5 stelle contro il ministero dell’Economia. Questa volta è l’entità dello scostamento di bilancio a far alzare la tensione dentro il governo, costringendo Palazzo Chigi a un nuovo slittamento del Cdm. Luigi Di Maio, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli puntano a un deficit ulteriore di 3 punti di pil, circa 55 miliardi di euro, per drenare risorse verso il reddito di emergenza e per gonfiare il fondo per gli indennizzi alle imprese. Nella trattativa con Gualtieri ballano 4-5 miliardi. Non proprio briciole. Infatti, la relazione sullo scostamento e il Def rappresentano l’architrave che deve sostenere il decreto di aprile. Quest’ultimo è diventato una sorta di Godot: doveva arrivare la settimana scorsa e ora rischia di diventare il "decreto maggio".
I nodi da sciogliere prima dell’approvazione del documento sono tanti. Da destra a sinistra tutti i leader politici continuano a dire di essere intenzionati a garantire sostegno alle persone che si trovano in difficoltà.
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