C'è anche chi dice no. E non tanto, o non solo, perché convivere con decine di immigrati non è mai facile. Ma anche perché dietro l'accoglienza dei profughi sembra profilarsi sempre più chiaramente lo spettro degli affari.
L'intreccio di società che forma il castello riconducibile a Francesco Rizzotto, Meri Spiller e i suoi familiari non ha lasciato indifferenti i cittadini di Bolzano Vicentino che da tempo si battono contro il business dell'immigrazione. Hanno formato un comitato (ProBolzano) perché si sentono "ostaggio di queste società che con il beneplacito di alcune istituzioni intascano milioni di euro". Sono "stanchi" di vivere ed osservare situazioni "che generano solo sfiducia verso le istituzioni".
E c'è da capirli. Vedere il proprio paese "invaso" dai richiedenti asilo e sapere che chi li gestisce vanta debiti (anche consistenti) con il proprio Comune non è facile. Le società riconducibili all'accoppiata Rizzotto-Spiller (e famiglia), infatti, hanno cambiato la vita di Bolzano Vicentino e "rovinato il quieto vivere" di un piccolo Comune da 6.500 abitanti. Senza però che quei debiti venissero risanati. Chi le imposte le ha saldate sempre tutte, non può essere certo contento se chi ha portato i migranti in città ha mancato di versare Ici, Imu e via dicendo. In fondo il Comune rappresenta i cittadini, che quindi diventano creditori (indiretti) di quelle imprese (e persone) indebitate.
"Queste società hanno portato anche a Bolzano Vicentino quasi 100 presunti profughi per i loro guadagni - scrive in una nota il comitato - rovinando il quieto vivere della popolazione che ormai ha paura di uscire la sera e non si sente più libera di girare per il proprio territorio. Le nostre continue proteste, attraverso giornali, televisioni, raccolte firme, lettere sono state regolarmente inascoltate.
Chiediamo perciò che le istituzioni ai livelli più importanti verifichino la regolarità di questo 'giro' di soldi e chiediamo alla prefettura con che criteri dà i soldi, avendo appurato che certe persone che figurano all'interno di queste società sono debitori di enti pubblici come il nostro Comune".
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