Video inchioda lo stragista Il sospetto: "È un islamico"

A Bangkok è caccia al ragazzo con la T-shirt gialla ripreso dalle telecamere

Video inchioda lo stragista Il sospetto: "È un islamico"

La polizia thailandese ha rilasciato un video in cui comparirebbe il presunto attentatore all'origine della strage avvenuta a Bangkok lunedì e in cui sono state uccise almeno 22 persone. Un giovane uomo in maglietta gialla, capelli scarmigliati scuri, si siede su una panca presso il centrale santuario di Erawan, nel centro turistico della capitale thailandese, appoggia un pesante zaino per terra prima di andarsene, controllando il proprio telefono. Le immagini sono state riprese da telecamere di sorveglianza e sono sgranate. É quindi difficile identificare i tratti del viso del giovane e capire la sua nazionalità.

Nessun gruppo aveva rivendicato fino a ieri sera l'attentato, in cui sono morti anche 12 turisti asiatici e una donna britannica. E mentre polizia e scientifica erano ancora indaffarate a raccogliere prove sul posto, mentre la città faticava a riprendersi, con scuole chiuse e la borsa scesa di 2,5 punti, la tensione è tornata ieri all'ora di pranzo, quando un ordigno è esploso dopo essere stato gettato da un ponte nelle acque del fiume Chao Phraya, accanto a un molo per l'attracco di traghetti. Le autorità in ogni caso non hanno legato l'episodio con i fatti di sangue del giorno precedente.

Il premier Prayuth Chan-o-cha, l'ex generale che a maggio del 2014 ha guidato il dodicesimo colpo di Stato nel Paese dal 1932, e oggi è alla testa di una giunta militare, ha promesso che tutto sarà fatto «per prendere i colpevoli». Tuttavia, fino a ieri le piste da seguire erano molte, aperte e confuse. Lo stesso ministero degli Esteri ha fatto sapere in giornata che «per il momento è troppo presto per determinare i possibili moventi e colpevoli». In Thailandia, le televisioni che in queste ore hanno mandato in onda le immagini del sospetto in maglietta gialla - «Non è un sospetto, è l'attentatore» - ha detto il portavoce della polizia, Prawut Thavornsiri - parlano di diversi scenari: esiste la possibilità di una matrice politica interna. Lo stesso primo ministro ripreso dalle agenzie di stampa locali ha parlato di sospetti su gruppi anti-governativi basati «nel Nord-est del Paese», roccaforte dell'opposizione che sostiene l'ex premier Thaksin Shinawatra, deposto nel 2006. Le forze dell'ordine hanno aumentato i controlli nella regione.

C'è poi l'ombra del terrorismo internazionale; il timore di azioni della guerriglia separatista islamica del Sud, che dal 2004 ha causato oltre seimila morti (secondo il capi dell'esercito Udomdej Sitabutr però l'attentato «non è compatibile con gli incidenti nel Sud»). Si è anche parlato della possibilità di una vendetta degli uiguri - minoranza cinese musulmana della regione dello Xinjiang - in risposta alla deportazione dalla Thailandia di oltre cento di loro l'anno scorso. Per le strade comunque ieri mattina si sentiva ripetere ovunque: « Mai chai khon Thai », cioè «non può essere stato un thailandese».

Nell'incertezza, sono 23 i Paesi che secondo il sito del Bangkok Post avrebbero aumentato il livello d'allerta per viaggi sulla Thailandia, e la Cina, da dove partono molti turisti, ha chiesto a Bangkok severe punizioni per i responsabili dell'esplosione.

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