Viganò insiste sul Papa: "Ha protetto i pedofili La prova? I suoi silenzi"

L'ex nunzio: «Bergoglio mi calunnia ma non smentisce». Pronto il controdossier vaticano

Viganò insiste sul Papa: "Ha protetto i pedofili La prova? I suoi silenzi"

Dal suo nascondiglio segreto, a un mese esatto dalla pubblicazione del suo memoriale avvelenato, è tornato a farsi vivo monsignor Carlo Maria Viganò, l'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti che con un dossier di 11 pagine ha puntato il dito contro mezza Curia Romana e contro Papa Francesco, chiedendone le dimissioni, per aver coperto i comportamenti deviati dell'ex cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, cacciato dal collegio cardinalizio lo scorso luglio proprio da Bergoglio. Nella nuova lettera pubblicata su alcuni siti filo tradizionalisti, il monsignor ammette di aver violato il segreto pontificio ma torna ad attaccare Papa Francesco descrivendolo addirittura come un assassino. «Il Papa mi ha paragonato al grande accusatore, Satana, che semina scandalo e divisione nella Chiesa», ha scritto Viganò, «ma senza mai pronunciare il mio nome. Egli ha posto in essere una sottile calunnia contro di me, calunnia da lui stesso tanto spesso condannata persino con la gravità di un assassinio. Per di più - continua l'ex nunzio apostolico - lo ha fatto ripetutamente, nel contesto della celebrazione eucaristica, in cui non si corre il rischio di essere contestati come davanti ai giornalisti». Parole durissime, di certo ispirate da chi, ormai da tempo, ha dichiarato non troppo velatamente guerra a questo pontificato. Dal canto suo, però, Bergoglio, che annunciando dei viaggi all'estero per il 2019 ha fatto intendere di non aver alcuna intenzione di dimettersi, ha scelto fino ad oggi la linea del silenzio, anche se a breve la Segreteria di Stato Vaticana pubblicherà una nota in cui si smentisce, punto per punto, il memoriale del monsignore che risulta privo di qualsiasi supporto documentale.

E non è tutto. Proprio ieri, Francesco ha risposto alle illazioni di Viganò cacciando dalla Chiesa un altro sacerdote, il carismatico cileno Fernando Karadima, prete pedofilo che ha innescato l'esplosione dello scandalo abusi in Cile. «Francesco ha difeso preti omosessuali colpevoli di abusi» accusa invece l'ex nunzio apostolico che, nella lettera choc, questa volta punta il dito anche contro il cardinale canadese Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, fedelissimo di Ratzinger e depositario, a dire dell'arcivescovo, di un dossier sull'ex porporato americano. «Prima Ouellet aveva mantenuto la sua dignità - scrive l'ex nunzio - poi quando il suo lavoro è stato compromesso da due amici omosessuali del suo dicastero, ha ceduto», accusa il monsignore. Intanto a rispondere a Viganò ci ha pensato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI: «Quello che ha scritto Viganò - ha detto il porporato - è assurdo, soprattutto è assurdo il modo che lascia intravedere la minaccia. Ma le sue falsità saranno smontate».

Sul tema dell'omosessualità e della pedofilia nella Chiesa è intervenuto anche il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi che in un'intervista ha rilanciato: «Dobbiamo essere più severi nella scelta dei preti e utilizzare le scienze moderne, come un test psicologico approfondito per tutti i seminaristi. Sulla pedofilia non possiamo essere tolleranti e non vederne la mostruosità».

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