Il Viminale agita gli studenti. "Cortei, controlli sui violenti"

La circolare ai prefetti in vista delle manifestazioni di domani. La replica: "Respingiamo questi attacchi"

Il Viminale agita gli studenti. "Cortei, controlli sui violenti"

Già quel nome - Fronte della gioventù comunista - non promette nulla di buono, almeno sul piano della «confusione ideologica» che anima gli organizzatori della manifestazione studentesca in programma domani nelle maggiori città.

Cortei che mettono insieme temi diversi: alcuni gravi e importanti come quello della mancata sicurezza nel percorso didattico dell'«alternanza scuola-lavoro» costato la vita nell'ultimo mese a due ragazzi; altri decisamente più pretestuosi come la richiesta di rinunciare «causa emergenza Covid» alla seconda prova scritta della Maturità; per finire con la protesta - questa ancor più risibile - contro quella supplente rea di aver rivolto una frase offensiva a una 16enne di un liceo romano. Ma sul fronte-scuola, la vera notizia di ieri è un'altra: e cioè la circolare che il Viminale ha inviato a prefetti e presidi in vista proprio del sit-in studentesco di domani. Un allarme da non drammatizzare, ma neppure da sottovalutare. Le disposizioni partite dal ministero dell'Interno - pur contemplando una parola distensiva come «dialogo» - presenta non pochi aspetti di preoccupazione. Il documento firmato da Bruno Frattasi, capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, è infatti perentorio: «Intensificare i servizi di prevenzione e controllo del territorio in vista della mobilitazione nazionale promossa dal Fronte della gioventù comunista per garantire il regolare svolgimento delle manifestazioni previste». L'invito è quello di «attivare un dialogo con i promotori e valutare il coinvolgimento dei dirigenti scolastici». Obiettivo: evitare i «momenti di tensione» che hanno caratterizzato l'ultima manifestazione studentesca con una serie di «cariche di alleggerimento» da parte della polizia che, da più parti, sono sembrate eccessive. Tanto da costringere il ministro Luciana Lamorgese a fornire «chiarimenti» in Aula. Una situazione imbarazzante che non deve ripetersi.

A prenderne atto sembrano essere gli stessi vertici del Viminale che infatti scrivono nella circolare: «L'interlocuzione dei questori con gli organizzatori delle manifestazioni studentesche potrà costituire un efficace strumento per scongiurare possibili strumentalizzazioni delle istanze studentesche e per isolare le frange più radicalizzate della protesta». Tradotto: c'è il rischio concreto che nei cortei si infiltrino soggetti violenti estranei alla componente studentesca: una «tradizione» che ha segnato alcuni tra i momenti più della storia italiana. Quindi, «massima attenzione» da parte delle forze dell'ordine e, nel contempo, «grande dialettica» tra studenti e corpo docente.

Un combinato disposto che il ministero dell'Interno ritiene necessario a «in considerazione della delicatezza delle tematiche sollevate dal mondo studentesco e della correlata esigenza che ad essa

corrisponda una sensibile capacità di ascolto e mediazione»; senza però dimenticare l'allerta per possibili degenerazioni sul fronte eversivo. Obiettivo: «Bilanciamento tra diritto di manifestare e tutela della sicurezza pubblica».

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