Una comunicazione a poche ore dal voto che di fatto agita e non poco i Comuni alle prese con l'organizzazione della macchina elettorale per il referendum. "Con una circolare recapitata dalla Prefettura a tutti i Comuni a poche ore dell'apertura dei seggi, il Ministero dell'interno riduce del 60% le risorse destinate a sostenere le spese organizzative della consultazione referendaria sulla riforma costituzionale del 4 dicembre 2016".
A lanciare l'allarme è Anci Puglia. "Una vera e propria batosta per tutti i Comuni costretti a fronteggiare una spesa non prevista. I tagli - viene sottolineato nel comunicato - si aggirano attorno al 60% e pongono fuori legittimità le adozioni degli atti per la consultazione referendaria. Il provvedimento emesso dopo il termine utile per effettuare variazioni, espone i Comuni al rischio di formazione di debiti fuori bilancio e ad azioni risarcitorie da parte di fornitori di servizi. Inoltre, questo taglio preclude lo straordinario elettorale per il personale: il Comune deve scegliere se pagare i fornitori o il personale comunale. Anci nazionale ha chiesto formalmente al Governo l'assicurazione della copertura integrale delle spese".
"I Comuni pugliesi sono seriamente preoccupati per questo provvedimento inaccettabile e sono pronti - si conclude nella nota - a mobilitarsi con azioni concrete da intraprendere nei prossimi giorni se non sarà posto rimedio da parte del Governo. E' inammissibile che il Governo decida a posteriori di determinare i legittimi rimborsi che spettano ai Comuni, lasciandoli con interrogativi e ammanchi di risorse che devono invece essere destinate alle manutenzioni del patrimonio comunale, ai servizi alle persone e comunque, servono per far funzionare le città. L'auspicio dell'Anci, è che la questione possa essere risolta nelle prossime ore, per evitare danno e beffa per sindaci, comunità e territori". Proteste anche da parte di Fratelli d'Italia: "Mentre Renzi distribuisce mance elettorali e si vanta dei presunti risparmi derivanti dal referendum, ecco che arriva a poche ore dal voto la mannaia sui comuni" dichiara il responsabile nazionale Enti Locali di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza. "In questi giorni i Sindaci di tutta Italia si sono visti recapitare una comunicazione del Ministero dell'Interno con i nuovi parametri per il rimborso delle spese che le amministrazioni sostengono per organizzare il turno elettorale. Si passa da 800 a 334 euro a seggio e da 1,50 a 0,60 euro ad elettore". "Un taglio netto del 60% - spiega l'esponente del partito della Meloni - rispetto al rimborso garantito per il referendum di aprile, che aveva già subito un taglio rispetto alle consultazioni precedenti. Il tutto datato 30 novembre, che è anche la data ultima per i comuni per approvare le variazioni di bilancio. Una situazione gravissima che scarica sui comuni, già fortemente saccheggiati in questi anni, ulteriori costi e difficoltà amministrative, che avranno pesanti ripercussioni sui bilanci soprattutto dei piccoli comuni e che li spingeranno dal prossimo anno a fare meno seggi creando disfunzioni nelle operazioni di voto". "A questo governo allergico alla democrazia chiediamo - conclude Fidanza - che vengano immediatamente ripristinati i livelli precedenti di rimborso e che si smetta di scaricare sui comuni il costo delle politiche clientelari di Renzi".
Il Viminale ha però fatto sapere che ha assicurato al presidente dell'Anci Decaro il rimborso delle spese elettorali sostenute dai Comuni in occasione del referendum: "Le risorse relative al conguaglio di quanto anticipato dai Comuni per le spese organizzative, in occasione della consultazione referendaria, saranno rese pienamente disponibili a beneficio dei Comuni stessi", ha ribadito il Ministero degli Interni con una nota.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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