Che il Covid non diventi un alibi per allentare i cordoni dei controlli. Parte da questo presupposto la nuova circolare inviata dal Viminale a tutte le questure. Un appello a 360 gradi quello lanciato dalla ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, che non intende abbassare la guardia proprio ora che la sensazione di «normalità» (conseguente ai dati estremamente confortanti sui contagi) rischia di trasformarsi in un boomerang capace di vanificare potenzialmente tutti gli sforzi e i sacrifici compiuti finora.
Un anno e mezzo di «restrizioni», insomma, non possono essere buttati al vento con un irresponsabile «liberti tutti». Un concetto cui Lamorgese tiene moltissimo, e questo sia sul fronte sanitario che su quello economico, con implicazioni su ordine pubblico e sicurezza: «La ripartenza dell'Italia dopo questo periodo di pandemia si basa su risorse destinate con celerità, pur non rinunciando alle esigenze di accertamenti antimafia», ha spiegato il ministro dell'Interno intervenendo a un convegno antimafia a Palermo, in remoto da Roma.
«Abbiamo fatto, ad esempio, dei protocolli di legalità come quello col ministero dell'Economia e finanze, con la Sace, che è la società che gestisce la garanzia statale per i prestiti alle imprese, o quello con l'Agenzia delle entrate che gestisce i contributi statali a fondo perduto», ha detto Lamorgese. Per poi aggiungere: «Il risultato della complessa attività portata avanti dalle prefetture è stato l'aumento dei provvedimenti interdittivi. Nel 2020 abbiamo avuto circa 2.130 interdettive antimafia a fronte delle 1.541 del 2019, mentre già nei primi 5 mesi del 2021 abbiamo adottato 698 provvedimenti interdittivi». Per quanto riguarda i beni sequestrati, «soltanto nel 2020 sono stati sottratti beni per circa 376 miliardi e confiscati beni per 332 miliardi di euro. Significa sottrarre alla criminalità le fonti di sostegno e consentendo la salvaguardia degli equilibri di mercato e della concorrenza leale».
Ma all'ordine del giorno resta anche il tema Covid e la graduale riapertura di tutto ciò che fino a poco tempo era chiuso o «socchiuso»: ristoranti, negozi, centri commerciali, palestre. E stadi. Un esempio per tutti: quello di Milano. Anche grazie a questo «nuovo corso» l'Inter potrà infatti festeggiare lo scudetto con i propri tifosi. Mille tifosi avranno domenica la possibilità di accedere a San Siro per la festa dei nerazzurri, impegnati contro l'Udinese alle 15. I biglietti saranno concessi a sponsor, dipendenti del club e famiglie dei calciatori. Il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha poi predisposto un'area delimitata di 19.000 mq che sarà aperta a 4.500 tifosi nelle ore precedenti la partita.
Nella zona
del Meazza sarà disposto il divieto di vendita e somministrazione di alcolici in vetro e lattine dalle ore 10 alle 20, fatta eccezione per gli esercizi di ristorazione. Lo stesso provvedimento sarà adottato in zona Duomo.
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