Cauta soddisfazione tra i rappresentanti del centrodestra dopo la prima tornata elettorale di maggio. Sono 595 i Comuni chiamati a rinnovare gli organi rappresentativi (oltre 4,5 milioni di elettori). Di questi, dodici sono capoluoghi di provincia e uno di Regione (Ancona). E la bilancia pende sensibilmente a favore del centrodestra. Al momento sono quattro i comuni capoluogo conquistati dalla coalizione di governo (Treviso, Sondrio, Imperia e Latina) contro due del centrosinistra (Brescia e Teramo).
È sicuramente presto per capire quanto abbia influito sui risultati il dato dell'astensionismo. Alle urne, infatti, si è recato poco meno del 60 per cento degli aventi diritto (59,03), con un calo - rispetto alle elezioni di cinque anni fa - di quasi tre punti percentuali (61,22).
A quasi otto mesi dalle politiche questo nuovo turno di amministrative è servito per fare il punto sui rapporti di forza all'interno delle coalizione. Ma non registra strappi significativi. Sfuma da parte del centrodestra, per esempio, la conquista di Brescia. La vicesindaca Laura Castelletti, in corsa per il Pd, ha conquistato la vittoria al primo turno. Mentre ad Ancona la coalizione guidata dal partito della Meloni si deve accontentare di portare il proprio candidato, Daniele Silvetti, al ballottaggio. In una piazza, peraltro, dove il centrodestra non ha mai governato.
Tra le affermazioni più nette si segnalano quelle di Imperia, Teramo ma soprattutto di Latina. Nel capoluogo pontino, uscito da una fase commissariale, il sindaco uscente e ricandidato Damiano Coletta non è riuscito ad andare oltre il 30% pur contando su un'ampia coalizione che comprende sia il Pd che i Cinquestelle. La sua rivale, Matilde Celentano ha conquistato subito il titolo di sindaco con oltre il 70% delle preferenze. Altro successo netto quello di Claudio Scajola a Imperia. L'ex ministro (sindaco uscente) ha avuto la meglio con il 60% dei voti sul suo sfidante Ivan Bracco, il vicecommissario di Polizia che in passato aveva indagato sullo stesso Scajola.
Al primo turno si afferma anche il sindaco uscente di Teramo, Gianguido D'Alberto, sostenuto da una coalizione di centrosinistra. Coalizione che, invece, a Terni, mostra tutta la sua debolezza rimanendo fuori dal ballottaggio dove si confronteranno il sindaco uscente, Orlando Masselli, espressione del centrodestra, e il patron della Ternana, Stefano Bandecchi a capo di una lista civica.
In linea di massima questo turno elettorale non ha mostrato grandi strappi rispetto alle previsioni. A Vicenza, per esempio, il cosiddetto «effetto Tommasi» non si è ancora registrato. L'ex calciatore aveva vinto a Verona lo scorso anno giocando sulla divisione del centrodestra. Per Francesco Rucco e Giacomo Possamai sarà necessario il ballottaggio del 28 e 29 maggio (quando andranno al voto anche i Comuni e quattro capoluoghi siciliani). Mentre Pisa il centrodestra resta comunque in testa. Uno strappo simbolico si registra nel Comune toscano di Poggio a Caiano. In una enclave da sempre di sinistra ( Prato) la vittoria di Riccardo Palandri rappresenta un fatto storico, come ha sottolineato sui social la parlamentare azzurra Erica Mazzetti. Al momento quindi il centrodestra conquista quattro piazze mentre il centrosinistra ne prende due. Sulle altre il verdetto sarà affidato al ballottaggio. Una prima analisi del voto la fornisce Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia. «Il centrosinistra al primo turno non strappa alcun comune capoluogo al centrodestra, cosa che invece avviene a parti invertite: a Latina vince e lo fa con Matilde Celentano, che sarà la prima sindaco donna della città - spiega il deputato di Fratelli d'Italia -.
A Terni la sinistra esce dal ballottaggio e anche nei comuni non capoluogo si profila un'importante crescita del centrodestra, con Fratelli d'Italia partito che conferma la crescita esponenziale rispetto alle scorse amministrative già emersa con le ultime elezioni politiche».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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