Il sì definitivo arrivo poco prima della mezzanotte. L'obbligo di green pass in uffici e spazi pubblici al chiuso, così come sui treni e in genere su tutti i mezzi di trasporto a lunga percorrenza, diventa legge dello Stato. Ironia della sorte questo è accaduto poche ore prima che il Collegio d'appello della Camera dei deputati accogliesse il ricorso di Sara Cunial, l'ex grillina divenuta paladina dei diritti dei no green pass, che aveva presentato ricorso reclamando il diritto di entrare a Montecitorio senza il certificato sanitario. Insomma diventa legge l'obbligo di munirsi di lasciapassare sanitario per accedere nei luoghi di lavoro, eccezion fatta per il luogo dove la legge stessa è stata approvata. A presiedere il Collegio un altro ex pentastellato, l'abruzzese Andrea Colletti, che prima di essere eletto svolgeva la professione di avvocato civilista.
La vicenda Cunial rischia di far passare sotto silenzio il valore di un voto (300 a favore e 33 contrari) che conferma la validità e la necessità del certificato sanitario. La vittoria della deputata ex grillina, però, è notizia troppo ghiotta per non centrare su di sé attenzione di media e opinione pubblica. Insomma ora per legge non si può più entrare nei luoghi di lavoro senza green pass, a eccezione di Montecitorio. Senza scomodare il George Orwell del «siamo tutti uguali, ma alcuni più uguali degli altri», c'è da notare che i protagonisti della vicenda sono due politici che provengono da quel movimento che voleva combattere i privilegi della Casta.
Ora la patata bollente è nelle mani di Roberto Fico. Al presidente dei deputati si sono appellati in tanti ieri per chiedere con urgenza provvedimenti. Molti parlamentari hanno anche manifestato chiaramente la paura di possibili cluster dentro il Palazzo. Dall'azzurro Gregorio Fontana (uno dei deputati questori che ha firmato l'obbligo di green pass anche per la Camera) a Ettore Rosato (Iv) tutti chiedono che questa situazione venga sanata. In verità il Consiglio d'appello ha votato soltanto una sospensiva del provvedimento contro il quale si è appellato la Cunial. L'ultima parola spetta ora al Consiglio di giurisdizione, presieduto da Alberto Losacco, Silvia Covolo (Lega), Stefania Ascari (M5s). Intanto fonti parlamentari assicurano che altri deputati avrebbero presentato ricorso contro.
I I questori però avvertono che in attesa del pronunciamento del Consiglio la Cunial potrà muoversi solo su percorsi prestabiliti e non potrà accedere all'Aula ma dovrà sedersi tra i seggi predisposti in tribuna. «Sono comunque soddisfatta di apprendere che l'esercizio del mandato di rappresentanza sia ancora in vigore» commenta la diretta interessata.
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