Anche il fisco esce dal lockdown e festeggia con 11 miliardi versati dai cittadini alle casse dei comuni. Risorse preziosissime visto che, come ha certificato il ministero dell'Economia, le entrate tributarie e contributive nel primo quadrimestre dell'anno sono calate di 55,5 miliardi, pari a -2,6%.
Per i cittadini inizia un mese di scadenze e versamenti, destinati a sottrarre liquidità a famiglie e imprese (tanto che già si ragiona su una proroga last minute delle scadenze di fine mese fino a settembre se non novembre).
In primo luogo l'acconto Imu sulle abitazioni diverse dalla principale, nella nuova versione che incorpora la Tasi. Presentata come riforma, in realtà concede ai sindaci la possibilità di sforare, di pochi decimali di punto l'aliquota massima. Ma ha il «merito» di presentare l'imposta per quello che è, una patrimoniale, indipendente dai servizi resi dai comuni e dal reddito.
Quella che scade oggi è la prima rata. Considerando anche la seconda da pagare entro il 16 dicembre, denuncia Confedilizia, il peso dell'Imu sugli immobili raggiungerà - dal 2012, anno della sua istituzione con la manovra Monti - la cifra di 205 miliardi di euro.
La situazione non è la stessa in tutti i comuni. Alcune amministrazioni locali hanno deciso autonomamente proroghe fino a un massimo di un mese, esclusi gli immobili della categoria catastale D, il cui gettito va allo Stato. Le province autonome di Trento e Bolzano hanno deciso di rinviare le relative imposte sugli immobili - Imis e Imi - il 16 dicembre, quindi un'unica rata con il saldo.
Esonerati dal versamento i proprietari e gestori di immobili sede di attività come stabilimenti balneari, termali, alberghi, pensioni, agriturismi, bed & breakfast e case vacanza professionali
Una situazione a macchia di leopardo che ha complicato il lavoro dei commercialisti. «Anche noi alle prese con i problemi del lockdown e con gli adempimenti da gestire dal credito di imposta ai contributi a fondo perduto e la cassa integrazione», spiega Maurizio Postal del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti.
Ritorno alla normalità anche per i versamenti Iva. Entro oggi deve essere liquidata l'imposta relativa al mese di maggio e la rata del saldo dovuta in base alla dichiarazione annuale. I versamenti di marzo, aprile e maggio sono stati rinviati al 30 settembre, con possibilità di rateizzare i pagamenti.
Oggi scade anche la Tari, la tariffa rifiuti. Anche in questo caso alcuni comuni hanno deciso autonomamente un calendario e, in alcuni casi, importi diversi.
A fine mese tornano, senza sconti, anche i principali appuntamenti con i versamenti legati alla dichiarazione dei redditi. Quindi saldo 2019 e acconto 2020 per Irpef, l'imposta sulle persone fisiche, e l'Ires, l'imposta sulle società. Resta ferma la possibilità di rinviare il pagamento a luglio con una maggiorazione dello 0,40%.
Per quanto riguarda l'Irap (Imposta regionale sulle
attività produttive) il decreto rilancio ha esonerato dal pagamento del saldo 2019 e del primo acconto 2020 tutte le imprese e i lavoratori autonomi con volume di ricavi o compensi nel 2019 non superiore a 250 milioni di euro.
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