Una vita per gli Agnelli. Elkann: "Resterà nella storia della Fiat"

Il cordoglio delle istituzioni e dell'economia Mattarella: "Uomo di industria e di finanza"

Una vita per gli Agnelli. Elkann: "Resterà  nella storia della Fiat"

Cesare Romiti, l'ex amministratore delegato e presidente della Fiat scomparso lunedì notte a 97 anni, è stato salutato ieri con rispettosi messaggi di cordoglio del mondo delle istituzioni e dell'economia. A cominciare dal presidente Sergio Mattarella: «Scompare un importante protagonista di una impegnativa e controversa stagione delle relazioni industriali e del capitalismo italiano... recò al gruppo Fiat la sua esperienza di uomo della finanza, contribuendo a consolidarne la presenza nel settore auto e a diversificarne le attività». Grato il ricordo di John Elkann, presidente di Fca, l'ex Fiat (nella foto): «Nei tanti anni vissuti accanto a mio nonno, Cesare Romiti ha affrontato con coraggio momenti difficili, e per questo merita un posto di riguardo nella storia della Fiat. Vorrei anche ricordarlo con riconoscenza personale, per avermi accompagnato nei primi anni della mia vita professionale». Elkann all'uscita di Romiti dalla Fiat, nel 1998, aveva 22 anni. Parole sentite anche quelle di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Milano (dov'è allestita la Camera ardente): «Lo ricordiamo anche per la sua capacità di visione che ha permesso di ampliare e rafforzare i nostri mercati globali di riferimento come la Cina» (della Fondazione Italia-Cina Romiti è stato presidente fin quasi alla fine). I funerali si svolgeranno domani a Cetona, vicino a Siena. Per quasi 25 anni alla guida del maggior gruppo industriale italiano, Romiti viene da molti ricordato come uomo di potere, legato più alla finanza che all'industria, responsabile di un declino che la Fiat poi pagò negli anni. Nell'arco del suo lungo mandato furono, sì, ottenuti grandi risultati di mercato (basti ricordare il successo della Uno, dovuto a fior di manager come Vittorio Ghidella) e fu vinta definitivamente la battaglia con il sindacato, inaugurando una nuova stagione di relazioni industriali. Ma la dispersione degli investimenti in un ampio ventaglio di attività editoria, edilizia, assicurazioni, chimica, treni se aumentò il livello di potere del gruppo e di chi lo comandava, segnò il declino del core business, l'automobile. Si dovette aspettare l'arrivo di Sergio Marchionne per invertire la tendenza.

Che Romiti fosse uomo di finanza e non di industria come discretamente notato anche da Mattarella ha avuto conferma negli anni successivi a quelli della Fiat, quando con gli oltre 100milioni di buonuscita cercò di

creare un nuovo impero per sé e per i figli. Ma le attività riunite in Hdp, ex Gemina editoria, costruzioni, servizi finirono con insuccessi, dimostrando crudelmente che un buon manager non è per forza un buon imprenditore.

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