Prima vittoria di Trump. La Barret può decidere chi sarà il presidente

Sarà la Corte Suprema più conservatrice di sempre a valutare i contenziosi sul voto

Prima vittoria di Trump. La Barret può decidere chi sarà il presidente

Amy Coney Barrett giura come nuovo giudice della Corte Suprema. I repubblicani si sono uniti nel sostenere la scelta di Donald Trump di nominare la 48enne come successore di Ruth Bader Ginsburg e il presidente americano, a una settimana esatta dalle elezioni, non vuole perdere nemmeno un minuto. Nonostante l'ennesimo tour de force che lo ha visto impegnato in ben tre comizi nello stato chiave della Pennsylvania, infatti, ha fissato la cerimonia del giuramento di Barrett alle 9 di sera alla Casa Bianca, subito dopo il voto finale da parte dell'aula del Senato. Domenica, dopo che anche la senatrice dell'Alaska Lisa Murkowski (una delle due che si erano opposte alla nomina prima del 3 novembre) ha annunciato il suo sostegno, la maggioranza del Grand Old Party ha superato l'ultimo ostacolo, votando 51 a 48 per concludere il dibattito sulla conferma e l'ostruzionismo dei democratici, i quali volevano ritardare il via libera di Barrett perché il togato venisse scelto dal vincitore delle elezioni.

La nomina della giudice ultra conservatrice per Trump è una grande vittoria politica, e anche se dovesse uscire sconfitto il 3 novembre, rimarrebbe un'eredità fondamentale per i repubblicani. Quella che il Comandante in Capo consegna alla storia, con una maggioranza di 6-3, è l'Alta Corte più conservatrice negli ultimi 90 anni, da quegli anni Trenta che hanno preceduto l'epoca del New Deal di Franklin Delano Roosevelt. Una svolta che porterà a un riposizionamento della società e della cultura americana per generazioni, e che ha la firma di Trump, il primo presidente dai tempi di Richard Nixon a nominare tre giudici della Corte in un solo mandato (i primi due sono stati Neil Gorsuch nel 2017 e Brett Kavanaugh nel 2018). Barrett, madre di sette figli (di cui due adottati da Haiti e uno affetto dalla sindrome di Down), è una fervente attivista ultra cattolica, nota per le sue posizioni anti abortiste. Laureata con lode all'università cattolica di Notre-Dame, in Indiana, e affiliata anche a una controversa «setta delle ancelle cristiane» chiamata People of Praise, era già in pole position nel 2018 per sostituire il giudice Anthony Kennedy, posto poi preso da Kavanaugh. The Donald alla fine la scartò, ma non fu una bocciatura: i bene informati raccontano infatti che il presidente decise di tenersi la carta Barrett proprio per l'eventuale successione alla Ginsburg.

La sua scelta è stata fortemente invisa ai democratici, anche e soprattutto, nel breve periodo, poiché il massimo organo giudiziario Usa potrebbe trovarsi a dirimere possibili (probabili) controversie legali dopo l'Election day, come accaduto nel 2000 con George W. Bush contro Al Gore. E nel lungo periodo potrebbe invece aprirsi la strada per l'abolizione dell'Obamacare, la riforma sanitaria di Barack Obama, ma addirittura per rimettere in discussione la storica sentenza Roe vs Wade che nel 1973 ha legalizzato l'aborto, nonché quella più recente che ha riconosciuto il diritto alle nozze gay. Il tycoon, intanto, nel corso dei comizi in Pennsylvania, è tornato ad affermare che bisogna «tenere aperta la nostra economia.

Il virus va combattuto seriamente ma non bisogna cedere al panico e alla paura»: «Se vince Joe Biden si andrà incontro alla più grave depressione della storia». E dalla Pennsylvania ha professato ottimismo: «Fra otto giorni vinceremo altri quattro anni alla Casa Bianca».

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