Vittoria del vigile in mutande. Non era assenteista, risarcito

Ottiene 230mila euro dal Comune di Sanremo e 18 mensilità. La difesa: "La realtà diversa da quella che appariva in foto"

Vittoria del vigile in mutande. Non era assenteista, risarcito
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Alla fine, dopo che la sua foto mentre timbrava il cartellino in mutande ha fatto il giro del mondo e il suo nome è stato accostato allo scandalo degli assenteisti del Comune di Sanremo, anche la Corte di Cassazione gli ha dato ragione. L'ex vigile urbano Alberto Muraglia, licenziato e finito in Tribunale con l'accusa di essere un «furbetto del cartellino», a distanza di tempo si è preso la sua rivincita incassando la vittoria definitiva presso la Suprema Corte. I giudici hanno respinto infatti il ricorso del Comune di San Remo contro la sentenza della Corte di Appello civile che aveva già bollato come illegittimo il suo licenziamento, stabilendo che il Comune risarcisca l'ex agente della polizia locale di tutti gli arretrati non corrisposti, circa 227mila euro lordi, al netto delle imposte circa 130mila euro.

La sua vicenda tenne banco per giorni, la sua foto in mutande che timbrava il badge «in abiti succinti» - così scriveva il Comune nel ricorso che ora è stato respinto - pubblicata su tutti i giornali, scatto simbolo dell'operazione della Guardia di Finanza che nel 2015 mise sotto accusa i dipendenti comunali di Sanremo con l'ipotesi del reato di truffa ai danni dello Stato per assenteismo sul posto di lavoro e irregolare timbratura del cartellino.

«Obiettivamente lui ha ragione. È emerso che la realtà era molto diversa da quella che poteva apparire da quelle foto», spiega l'avvocato Alberto Luigi Zoboli. Durante il processo il legale, con il collega Alessandro Moroni, aveva dimostrato che l'uomo in realtà iniziava a lavorare addirittura in anticipo.

Dopo la pubblica umiliazione, per Muraglia era arrivato il licenziamento, poi revocato in Corte d'Appello, che aveva condannato il Comune a reintegrare il vigile e a risarcire i danni. Ora la Cassazione, respingendo il ricorso del Comune, ha confermato la «vittoria» su tutti i fronti dell'ex agente stabilendo che era sì in mutande quando ha timbrato, ma per poi vestirsi e andare a lavorare, non per tornare a dormire come aveva sostenuto l'accusa. Muraglia, infatti, era anche custode del mercato ortofrutticolo di Sanremo - compito che svolgeva senza alcuna remunerazione in denaro per avere in cambio l'alloggio a titolo gratuito - e si svegliava tutte le mattine alle 5.30 per aprire i cancelli del mercato e controllare che gli spazi fossero vuoti per accogliere gli ambulanti, poi andava a prendere servizio alle 6 in qualità di vigile urbano.

Nelle more del procedimento Muraglia, dopo essere stato reintegrato, ha deciso di interrompere il rapporto di lavoro con il Comune e dunque ora ha diritto a 18 mensilità in più perché rinuncia al posto. Ma non è finita.

Sta per partire infatti un'altra «battaglia» che riguarda l'ammontare del risarcimento che secondo i legali non avrebbe contemplato alcune voci, come le somme per le ferie non godute, le rivalutazioni Istat e gli interessi.

Per risarcire Muraglia già dopo la sentenza della Corte d'Appello, il Comune aveva dovuto riconoscere un debito fuori bilancio, demandandone l'approvazione al Consiglio comunale.

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