Che volete sia un esame fasullo? Fa parte del trucco là dove c'è pure l'inganno. Il calcio prevede la mandrakata, dunque la finta, il dribbling per fare fesso l'avversario e, se possibile, anche l'arbitro e i suoi collaboratori, chessò un gol segnato con la mano de Dios ti rende immortale, una parata oltre la propria linea di porta ti fa sentire più furbo di una volpe, di false parole il mondo del football è pieno, figuratevi che drammi possa rappresentare un esame di italiano, via intramuscolare e venir via, come l'Alighieri, dopo minuti quindici, con la pergamena in mano e la lingua mozzata, non sapendo mettere insieme, articolo, pronome, verbo, al massimo la copula che però è intesa in altro senso. Tutto questo per un passaporto da esibire al solito complice, maneggione, procuratore, dirigente sportivo che strizza l'occhio e intasca anche il dovuto. Miseria senza nobiltà, c'è cascato anche Ronaldinho che però, a differenza degli altri sodali, è finito al gabbio in Paraguay, costretto a indossare la camiseta del carcerato e a giocare con i compagni di cella, abituati più alla banda che alla squadra. Ci sono cascati illustri calciatori nei favolosi anni duemila, l'elenco coinvolse quasi tutte le squadre, falsi oriundi, falsi figli di emigrati, false firme, falso tutto, anche il verdetto della giustizia esploso nei titoli dei giornali ma prontamente riposto nel cassetto per rilanciare carriere internazionali e addirittura federali. Non bastano i passaporti, falsi o regolari ma fasulli alla fonte, ci sono anche le patenti nautiche concesse senza nemmeno un giro sul pattino, quelle di guida consegnate a ubriachi, le carte di identità altrui spacciate per proprie, insomma è un mondo di privilegiati in photoshop che pensa e sa di poterla sempre farla franca, di dribblare norme, regolamenti e leggi, grazie alla popolarità, all'autografo, al biglietto omaggio offerto in dono, con selfie ricordo. Non c'è da stupirsi, la truffa dell'Università di Perugia diventa una notiziona perché riguarda un calciatore e fa scatenare le fazioni, invece di vergognarci per come ci facciamo riconoscere tiriamo fuori le bandiere e le sciarpe del tifo, il condominio si affolla di insulti e berci. Qui non ci troviamo di fronte a un falso in atto pubblico ma a una serie di comportamenti così miserabili e codardi che meriterebbero un diploma per disonoris causa.
Luis Suarez più che un pistolero è un pistola, ha masticato Chiellini ma non mastica l'italiano, i docenti di Perugia dovrebbero dedicarsi al commercio dei gioielli. Ovviamente falsi. Come nelle migliori commedie, si replica.
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