Passando per via Mattiette, inerpicandosi lungo i tornanti, Albettone dista da Vo' Euganeo 6,6 chilometri. Otto minuti d'auto in cui ti chiedi se il virus possa essere passato anche da queste parti. Albettone, nel vicentino, è un comune di poco più di 2mila abitanti e sta a cavallo tra i Colli Berici e i Colli Euganei, dove si intersecano le province di Padova e di Vicenza. Fino alle 19 di ieri, Veneto e Lombardia erano con il fiato sospeso: abita qui il presunto paziente zero, l'anello mancante, il canale di congiunzione tra le due regioni, quello che avrebbe fatto capire il nesso laddove la catena si sarebbe interrotta. Ma alle 19.06 arriva il responso: negativo.
Il test è stato effettuato su un agricoltore di 60 anni, che ieri mattina alle 6.50 ha chiamato nella farmacia di Vo' Euganeo accusando un malessere. Alla telefonata aveva risposto il figlio del sindaco di Vo' Giuliano Martini, stremato da questa emergenza che costringe i suoi cittadini a non uscire dal paese. A Vo' è arrivato perfino l'Esercito. Nessuno può entrare e nessuno può uscire. Ci si parla solo al posto di blocco e a debita distanza.
È sua la farmacia di Vo'. Il sindaco fa il farmacista. Così il paziente riferisce di avere sintomi influenzali. Aveva una forte tosse. E il sindaco si attiva. «Questa mattina - ieri per chi legge ndr - a meno dieci alle sette - racconta Giuliano Martini al Giornale - ha chiamato questo signore che conosco personalmente. Ha risposto mio figlio. Aveva una forte tosse. Così ho subito allertato il 118, l'Ulss (Unità locale socio sanitaria) di competenza e il sindaco di Albettone, il mio collega Joe Formaggio e abbiamo fatto partire le dovute segnalazioni perché la persona mi ha detto di essere stata a Codogno e nel Lodigiano». L'agricoltore infatti, che non è sposato e che sembrerebbe non avere figli, a Codogno aveva presentato un libro su Antonio Pigafetta: il navigatore vicentino che circumnavigò il mondo con Magellano nel 1522 e poi morì di peste a Roma. Ieri è stato ricoverato all'ospedale di Vicenza. Subito sottoposto al test, in serata si attendeva il responso risultato negativo.
Ma come avrebbe fatto l'agricoltore a portare il virus da Codogno a Vo' Euganeo? Semplice. Il sessantenne frequenta lo stesso bar frequentato da Adriano Trevisan, la prima vittima italiana del coronavirus. Il papà dell'ex sindaco di Vo' Euganeo, Vanessa Trevisan. Adriano aveva 78 anni, era pensionato e aveva la passione delle carte. Passava i pomeriggi e le serate a «batter il fante», con l'altra persona contagiata di 67 anni. Intanto a Vo' ci sono dieci posti di blocco: carabinieri, polizia, esercito. Ieri sono stati eseguiti 250 test e i positivi (in tutto ora 25) sono stati messi in isolamento.
Ma ora l'altro problema è la discriminazione. «Nel giro di mezz'ora - si sfoga il sindaco Martini - ho ricevuto due telefonate di due miei cittadini che non riescono a tornare serenamente al lavoro perché discriminati. Uno addirittura doveva prenotare un albergo fuori e gli hanno fatto storie. E questa cosa non va bene, perché ne risentono tutti i cittadini di Vo'».
Intanto in Veneto sono 33 i casi di contagio. Venticinque sono a Vo', tra cui il deceduto. Di questi: 8 sono ricoverati a Padova nel reparto Malattie Infettive, 2 nel reparto Terapia Intensiva e 13 non sono ricoverati.
Quattro nel comprensorio di Mirano nel veneziano, tra cui il 67 enne di Mira, e quattro a Venezia. Negli ospedali di Mirano e Dolo poi si stanno allestendo le tende all'esterno per raccogliere i tamponi e gestire le emergenze. Per loro sarà un'altra lunga notte.
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