Il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa è sospettoso. Brucia il passaggio del governo Mario Monti quando in un solo anno la tassazione sulla casa, principale forma di risparmio degli italiani, triplicò. Una patrimoniale mascherata da imposta locale e a tassa sui servizi che ha portato il gettito fiscale da immobili a quota 50,8 miliardi. Successivamente il governo Renzi ha alleggerito il conto sulla prima casa, senza tuttavia tornare al regime fiscale voluto dall'esecutivo Berlusconi, che non prevedeva tasse patrimoniali sull'abitazione principale.
Sono sette anni che la stangata «sperimentale» di Monti viene confermate e ora si torna a parlare di patrimoniale sugli immobili. Un'altra.
Ieri le indiscrezioni di stampa: il governo sta pensando a un prelievo sul valore degli immobili. Da decidere se una tantum o permanente (come chiede spesso l'ex premier Monti).
Ma siccome nei cassetti del governo c'è sempre una proposta del genere, Spaziani Testa ha deciso di prendere l'iniziativa con un tweet. «Presidente Conte, il quotidiano Il Tempo scrive in prima pagina che il Governo starebbe preparando una patrimoniale sugli immobili tra il 5 e il 7 per cento. È una bufala o abbiamo deciso di suicidarci definitivamente? In Italia l'urgenza è esattamente quella opposta. Per tornare a crescere, occorre ridurre la mega-patrimoniale sugli immobili che c'è già: fra Imu e Tasi, pesa per 21 miliardi di euro l'anno e dal 2012 sta causando danni immensi all'economia. Che fa, smentisce?».
A fine serata di ieri nessuna risposta dal governo. Solo Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio della Camera ed esponente della Lega ha fatto un tentativo. «Smentisco io per lui anche se non ci sarebbe bisogno. Non ci passa nemmeno per l'anticamera del cervello di mettere patrimoniali di qualsiasi tipo. Noi vogliamo abbassare le tasse, non metterne di nuove. Il no alla patrimoniale è esplicitamente scritto nel contratto di governo».
Vero, ma è anche vero che la Lega ha dovuto ingoiare diversi rospi sui temi economici. Che lo stato dei conti pubblici e l'andamento dell'economia potrebbero presto rendere necessaria una manovra e che le clausole di salvaguardia inserite nella Legge di Bilancio proprio per evitare una correzione dei conti, avrebbero un costo politico altissimo, visto che comportano aumenti dell'Iva.
La patrimoniale, a differenza degli aumenti Iva su beni e servizi è un'imposta che i grillini potrebbero giustificare politicamente. Nelle indiscrezioni pubblicate ieri dal Tempo (una lettera al direttore firmata da Luigi Bisignani) si parla di una patrimoniale tra il 5 e il 7%, concentrata sui redditi alti e sugli immobili più grandi. Da presentare quindi come un colpo ai «ricchi». Un'altra stretta sul bene rifugio per eccellenza e anche il colpo di grazia al mercato delle seconde case, in ripresa ovunque in Europa tranne che in Italia, sempre grazie alla cura Monti.
Anche se le indiscrezioni si rivelassero infondate o se il dovesse cambiare idea (magari su pressioni di Matteo Salvini), ai proprietari di casa resterà un conto da pagare.
Tra le misure più contestate della legge di Bilancio c'è la possibilità concessa ai comuni che non lo hanno fatto (l'80 per cento del totale) di aumentare Imu e Tasi fino al limite massimo. Anche se il governo non dovesse introdurre la patrimoniale, ha già lasciato ai sindaci la facoltà di aggravare quella che già c'è.
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