Una città sotto choc. Dodici giorni fa il 39enne Youns El Bossettaoui è morto in piazza Meardi, ucciso dal colpo partito dalla pistola dell'assessore (ora ex) alla Sicurezza Massimo Adriatici. Voghera, da allora, è bloccata.
Sindaco Paola Garlaschelli, fino a un anno fa lei era una commercialista. Avrebbe mai immaginato, a 10 mesi dal voto, di dover affrontare una vicenda simile?
«Non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione che sarebbe difficile per chiunque, e che è ancor più difficile per me che ho iniziato pochi mesi fa. Provo un grande dispiacere per quanto è successo, per le vittime di questa vicenda, e anche per come si è parlato e si parla di Voghera. Sento la responsabilità di difenderla, e di tornare a una normalità che vede Voghera città di persone perbene».
Che umori percepisce in città?
«Uno stordimento per il fatto in sé e anche per il clamore inedito che ha suscitato. Percepisco la voglia dei cittadini di andare oltre. In Comune posso dire di aver percepito grande senso di responsabilità».
Della sua città è stata data una rappresentazione ingiusta?
«La mia città è sconvolta dalla rappresentazione che è stata data, una rappresentazione che non risponde al vero. Io posso capire che la politica si alimenti di divisioni che prendono origine anche da fatti questo tipo. Ma in tutto questo Voghera ha sofferto molto».
L'opposizione ha chiesto le dimissioni di tutti.
«Vedo una coalizione che con responsabilità si unisce, pur con mestizia di fronte a un fatto tragico, e faccio molta fatica a capire le ragioni che stanno alla base della richiesta dell'opposizione. Un sindaco si dimette se ha responsabilità politiche».
La sua città ha problemi particolari dovuti all'immigrazione?
«Voghera è molto diversa da come qualcuno la racconta. I problemi ci sono, ma sono gli stessi che si trovano in tutte le città. Ci sono aree che vanno tenute sotto controllo, ma non si capisce questo voler sottolineare una situazione diversa della nostra città».
Qual è la sua ricetta?
«La sicurezza è un valore. Io voglio affrontare il tema con pragmatismo. A volte i sindaci hanno pochi strumenti, nonostante un gran lavoro delle forze dell'ordine».
Lei come ha scelto l'assessore?
«Come per tutti, sulla base delle competenze, della voglia mettersi in gioco, di donare tempo alla città. Adriatici aveva queste caratteristiche. Aveva un ottimo curriculum».
Aveva avuto sentori o segnali sulla condotta dell'assessore? Sapeva che girava con un'arma?
«No questo no».
Cosa si sente di dire alla famiglia di vittima?
«Sono profondamente addolorata e dispiaciuta per il dramma che vive, qualsiasi altra cosa sarebbe retorica sterile».
Cosa succederà in giunta?
«Per ora, considerato il periodo, c'è l'interim in capo al sindaco, poi bisognerà fare delle scelte».
È demoralizzata? Ha energie?
«Sicuramente è una partenza in salita ma so affrontare situazioni delicate, l'ho già fatto nella vita e nel lavoro. Penso di poter dire a testa alta di aver sempre lavorato per il bene della città. L'energia è proporzionata alla responsabilità e non manca. Sono sicura che ne hanno i componenti della giunta e i cittadini, che vogliono guardare al futuro».
Cosa c'è nel futuro di Voghera?
«Continueremo lavorare su tutti i fronti. Abbiamo un importante appuntamento con la revisione del pgt, tanti progetti su varie aree della città che possono dare un rilancio. Con la pandemia, l'economia si è fermata».
Il vogherese Mauro Nespoli ha vinto l'argento a Tokyo.
«Sì, una bellissima prova,
frutto di impegno e fatica, che può essere di buon auspicio. Siamo orgogliosi di lui, vogliamo festeggiarlo e abbiamo già avviato l'iter per realizzare un centro di tiro con l'arco per ospitare eventi sportivi importanti».
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