«Ivan S. deve continuare a stuprare! Questo vogliono la sinistra, i buonisti e la consigliera federale Sommaruga». È tra slogan e immagini forti che la Svizzera si appresta a votare sull'espulsione degli stranieri che commettono reati. La criminalità d'importazione è un tema d'attualità anche nella tranquilla Confederazione: oggi il 73% degli incarcerati sono stranieri, che commettono il 57% di tutti i reati penali malgrado rappresentino solo il 24% della popolazione. L'Udc, il partito di destra che rilancia l'iniziativa, sul tema aveva già vinto nel 2010: ora vuole dare un ulteriore giro di vite. Il motivo del ritorno alle urne è la cosiddetta «clausola di rigore» che permette ai giudici di salvare dall'espulsione i condannati se il rimpatrio può causare problemi alla persona interessata. Una norma che di fatto ha attenuato sensibilmente il risultato del sì popolare di sei anni fa. L'Udc, sostenuto dalla Lega dei Ticinesi, rilancia così: lo straniero che sgarra una volta riceve un cartellino giallo. Al secondo giallo scatta il rosso, come nel calcio. Se il reato invece è grave (omicidio o stupro) ecco che si passa all'espulsione.
Con il successo oggi dei «sì», la cacciata sarebbe dunque automatica.Il dibattito è stato senza esclusione di colpi, tra paragoni con la Germania anni '30 da una parte e accuse di buonismo dall'altra. Non ci sono statistiche ufficiali, ma sarebbero da alcune centinaia fino a 10mila gli stranieri che lascerebbero la Svizzera nel caso in cui l'iniziativa venisse accolta. Gli ultimi sondaggi prevedono un risultato combattutissimo: il Consiglio federale è pure sceso in campo con decisione, raccomandando di bocciare una proposta definita ingiusta, perché impone una tariffa unica senza che venga considerata la gravità dei reati contestati.
Ma l'Udc è in totale disaccordo: sostiene che la minaccia della sola prigione non fa desistere molti delinquenti stranieri, che preferiscono le comode carceri all'essere rispediti a casa. Il partito di destra si augura che la minaccia dell'espulsione abbia un effetto dissuasivo sui delinquenti.Ma la Svizzera è al centro dell'attenzione anche per il voto su un altro tema caldo: la ribattezzata «tassa sul matrimonio», iniziativa che vuole abolire gli svantaggi fiscali dei coniugi (ci si esprime in realtà anche sul raddoppio del tunnel autostradale del San Gottardo, argomento centrale per il Ticino e per il Nord Italia, e su una legge contro la speculazione sulle derrate alimentari). Dell'iniziativa contro la discriminazione delle famiglie presentata dal partito a forte impronta cattolica Ppd - fa discutere il testo in votazione, dove si descrive il matrimonio come una «durevole convivenza tra un uomo e una donna» (testo che se approvato entrerebbe nella Costituzione). I contrari sostengono che quella del Ppd è una proposta a carattere totalitario, retrograda e omofoba, che intende imporre un solo tipo di convivenza, in controtendenza con l'evoluzione della società (nel Paese il 73% delle coppie non è sposato). Le associazioni omosessuali temono una forte discriminazione e un iter più complicato per quel che riguarda l'introduzione del riconoscimento del matrimonio tra persone delle stesso sesso.
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