Grillo sognava Rodotà al Colle. Ora è polemica per l'addio (in ritardo)

Nel 2013 era stato il candidato eccellente del Movimento 5 Stelle per la corsa al Quirinale. Oggi Rodotà, scomparso da poche ore, viene ricordato a fatica dal M5S

Grillo sognava Rodotà al Colle. Ora è polemica per l'addio (in ritardo)

Beppe Grillo è stato in silenzio a lungo. Così in silenzio da fare rumore. Il giorno dopo la morte di Stefano Rodotà, giurista e uomo politico di 84 anni, è stato segnato dall'attesa di vedere cosa dicesse il comico. Tanto che l'addio a chi nel 2013 è stato il candidato eccellente del Movimento 5 Stelle per la corsa al Quirinale arriva in ritardo. "Ro-do-tà! Ro-do-tà!", gridavano gli elettori pentastellati a Montecitorio. Uno slogan che caratterizzò i giorni, che hanno preceduto alla rielezione di Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica, e spesso ripetuto anche dai parlamentari Cinque Stelle nell'Aula della Camera. "Ci lascia un vero signore, Stefano Rodotà - scrive, alla fine, Grillo su Facebook - sono molti gli aggettivi che potremmo usare, finiremmo comunque con insigne".

Ieri sera, da Asti, Luigi Di Maio si è limitato a dire "gli abbiamo voluto bene". Quindi, ha espresso vicinanza alla famiglia. E solo oggi pomeriggio ha scritto su twitter: "Un uomo che si è sempre impegnato per i diritti, in prima fila per difendere la nostra Costituzione. Grazie Stefano Rodotà". Nessuna parola, invece, da parte di Alessandro Di Battista. L'unico dei big a esprimere su twitter dispiacere è stato Roberto Fico, attuale capogruppo M5S alla Camera: "Grazie al professore Rodotà per le tante battaglie in nome della Costituzione e in difesa dei diritti delle persone e dei nostri beni comuni". Ma tra le fila dei parlamentari Cinque Stelle sono stati in pochi a ricordarlo. C'è stato il deputato Giorgio Sorial che lo ha salutato su Fb con un "Ciao, presidente" definendolo un "grande uomo, giurista, intellettuale, un battagliero". O il collega Riccardo Fraccaro che ha affidato a Facebook il proprio pensiero: "Rodotà, un faro della democrazia. Faremo tesoro del suo enorme contributo continuando a difendere la nostra Costituzione. Resterà sempre nel mio cuore, come uno dei momenti più intesi ed emozionanti mai vissuti, il giorno in cui i partiti che volevano rileggere Napolitano ci attaccavano mentre i cittadini inneggiavano con noi il suo nome per il Quirinale. Ci mancherà". E anche il senatore M5S Nicola Morra che ha scritto: "Silenzio per un maestro che ha ancora tanto da insegnarci".

Oggi pomeriggio, dopo molti brusii e polemiche in rete e sugli organi di stampa, è arrivato anche il commento di Grillo. "Il mio ricordo va alla persona - ha scritto su Facebook - a quando mostrò una saggia quiete persino immediatamente dopo essere stato tradito dai suoi. Era il 2013, senza incensi lo abbiamo voluto presidente della Repubblica. Sarebbe stato diverso il corso della politica in questo paese se Napolitano fosse stato sostituito da una persona così - conclude - è ancora più triste parlare di qualcuno che ha fatto così tanto per un paese senza memoria". Per il resto, in casa Cinque Stelle, si registra molto silenzio su Rodotà. Il giurista era arrivato terzo nella consultazione online delle "Quirinarie" che servì agli iscritti grillini per scegliere il candidato alla presidenza della Repubblica. La giornalista Milena Gabanelli conquistò il primo posto, secondo Gino Strada. I primi due si ritirarono e così Rodotà accettò la sfida. Un nome che, secondo i Cinque Stelle, avrebbe potuto mettere in difficoltà il Pd. Le cose andarono diversamente. Romano Prodi fu "silurato" dai famosi 101, Rodotà ottenne 213 voti (su di lui confluirono anche quelli di Sel) e venne eletto per la seconda volta Napolitano. Ma a parte questo epilogo, ci volle poco perché l'amore dei Cinque Stelle si trasformasse in altro.

Casus belli fu un'intervista in cui Rodotà, analizzando la sconfitta dei Cinque Stelle alle amministrative, pose l'accento sulle polemiche interne al Movimento. Erano i primi mesi della legislatura e i parlamentari grillini facevano notizia più per le divisioni che per le attività svolte alle Camere. Nella stessa intervista Rodotà suggerì a Grillo "un cambiamento di passo" per uscire da quella "democrazia del clic" che non funziona quando bisogna prendere delle decisioni in parlamento.

Parole dure che non furono apprezzate dal comico. Che in un post lo stroncò senza pietà: "Rodotà è un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo di rifondare la sinistra".

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