«Questa è la guerra che non volevamo, quella che deve essere l'ultima». Sfoglia l'album dei sogni Volodymyr Zelensky nel suo discorso alla Corte panale internazionale dell'Aja dove ieri è tornato ad accusare duramente Vladimir Putin, contro il quale ha invocato «la creazione di un tribunale speciale» come unico strumento per «contrastare l'aggressione russa». «Solo una istituzione è capace di rispondere al crimine originario, quello dell'aggressione: un tribunale. non qualcosa di ibrido, non un compromesso che permetta ai politici di dire il caso è presumibilmente commesso. Ma un vero tribunale a pieno titolo per una vera e piena giustizia», ha sottolineato Zelensky.
L'ex attore alla guida del Paese trascinato in una guerra che dura da 436 giorni è arrivato nella capitale «ufficiosa» dei Paesi Bassi nella notte tra mercoledì e ieri per incontrare i vertici della Corte che a marzo ha emesso un mandato d'arresto per Putin e la commissaria Maria Alekseyevna Lvova-Belova con l'accusa di crimini di guerra e deportazione illegale di bambini ucraini. A dimostrare l'afflato con cui Zelensky è stato accolto, la bandiera gialloblù dell'Ucraina che sventolava sull'edificio in Oude Waalsdorperberg. E a dimostrare le preoccupazioni per la sua sortita, le stringenti misure di sicurezza a cui la città olandese non è proprio abituata.
Come sempre il discorso di Zelensky si è trasformato in una levata di scudi vibrante di retorica. «Vinceremo - il suo attacco apodittico -. Non vinceremo solo sul campo di battaglia, tutti i Paesi si sono uniti per aiutare gli ucraini a difendersi. Stiamo parlando di una guerra di aggressione da qualcuno che è abituato alla totale impunità. Chi lancia una guerra poi non ne risponde: per questo chiediamo che la Russia riceva una sentenza da parte della giustizia. Ci deve essere la giustizia che rispetta il valore della libertà. È quello di cui abbiamo bisogno adesso». E quindi «vogliamo tutti vedere qui un Vladimir diverso, Vladimir Putin, colui che merita di essere condannato per azioni criminali, qui all'Aia nella capitale del diritto internazionale». Zelensky ha accusato la Russia di 6mila crimini di guerra nekl solo mese di aprile: «Crimini che hanno portato alla morte di 207 civili ucraini, tra cui 11 bambini. Solo ieri (mercoledì, ndr) a Kherson sono state uccise 23 persone e ferite altre 49». E poi «milioni di attacchi» nel Donbass, civili uccisi, deportazioni, torture, violenze, stupri.
Poi Zelensky ha incontrato alla Catshuis, la residenza ufficiale del primo ministro olandese, quest'ultimo, Mark Rutte e il pari grado belga Alexander de Croo, con i quali si è soffermato sull'aiuto che l'Europa e l'Occidente possono continuare a fornire a Kiev, perché - copme ha detto in conferenza stampa - «ci sono tante sfide, tante difficoltà, abbiamo bisogno di tante cose per arrivare alla vittoria: abbiamo bisogno di amici cari». La controffensiva secondo il presidente ucraino avrà successo, «non pensiamo che non ce la faremo. Sappiamo qual è l'obiettivo. Ma vittoria non è la parola giusta perché anche se vinci perdi anche, intendo perdi vite umane». Sul piano più pratico, Zelensky ha sollecitato gli alleati sulle armi: «È tempo di prendere decisioni positive per l'Ucraina sui moderni caccia. Non c'è alcuna motivazione razionale per rimandare». Zelensky è tornato a parlare dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato: «De facto, l'Ucraina è già diventata parte della Nato. Per questo dovrebbe diventarne parte anche de iure. Ma siamo realisti, non diventeremo membri della Nato durante la guerra, ma vorremmo ricevere il chiaro messaggio che ci saremo dopo la guerra».
Infine un cenno alle minacce di morte ricevute da Dmitri Medvedev: «Non mi interessa ciò che dicono ma ciò che fanno e vediamo un Paese demotivato, non vediamo un forte esercito russo sul campo di battaglia». Da Mosca il lapidario commento della portavoce del ministro degli Esteri russo Maria Zakharova: «Zelensky è un tossicodipendente entusiasta della bomba atomica».
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