Una moneta parallela all'euro per sperimentare una possibile via di fuga, tutta interna, nella Grecia del quasi default. Prima che la proposta venisse formulata dall'arcigno ministro tedesco Schauble o dall'estroso Varoufakis, ci ha pensato una comunità di cittadini a organizzarla e, poi, a metterla in pratica. Nella marittima Volos, che tra l'altro ha dato i natali al nostro Giorgio De Chirico, ben 800 cittadini, tra commercianti e famiglie, ha sperimentato la Tem. Si tratta di una nuova moneta usata per scambi e acquisti nata inizialmente su stimolo della rete di solidarietà per transazioni locali. Non è stata mai stampata su carta, ma usata al posto dell'euro per l'acquisto e la vendita di prodotti e servizi. I membri della rete inizialmente 50, oggi sono più che decuplicati e si basano sulla fiducia, il sostegno e la partecipazione. Non è una moneta, dicono i promotori, ma una semplice unità di scambio che un gruppo di persone utilizza tra di loro, nata per una doppia esigenza: consentire a un gruppo di commercianti locali di mettere in vendita la merce che avevano, invenduta, in magazzino; sostenere chi, a causa della crisi, non riusciva più ad accedere ad alcuni servizi primari. La rete ha attraversato diverse fasi evolutive ha dichiarato Christos Papaioannou, ingegnere informatico tra i promotori dell'iniziativa. «Si basa sulla fiducia, la fornitura e la partecipazione».
Quando hanno lanciato la rete, ogni nuovo iscritto poteva registrarsi con una semplice fotocopia della carta d'identità. Il nome veniva così inserito in una banca dati e riceveva come credito iniziale 300 Pcs.
Nell'organizzazione, da subito, insegnanti, idraulici, sarte, agricoltori. I primi casi erano quelli proprio di un idraulico desideroso di fare un corso di inglese pagando in Tem e in cambio essere pagato in Tem per la riparazione di un rubinetto. L'iniziativa è stata avviata nel 2010 e ci sono stati alcuni membri che non hanno mai speso il proprio credito senza offrire alcun servizio. Così ora il credito minimo è sceso a 20 Pcs per ogni partecipante, mentre chi raggiunge il massimo di 1.200 Pcs è invitato a spenderlo all'interno della rete. Tuttavia il Pcs non garantisce la sopravvivenza perché le spese vive della quotidianità, come l'affitto, le bollette, il carburante e molti altri beni e servizi vengono acquistati e venduti regolarmente in euro. Ma ad esempio un gruppo di coltivatori diretti, per abbattere i costi di trasporto, non si sono mossi da dove producevano frutta e verdura che hanno venduto con il Tem e a prezzi vantaggiosi.
Un'opportunità, quella del conio alternativo, che è stato però alla base dell'allontanamento dell'ex ministro Varoufakis come confermato dallo stesso deputato in varie interviste televisive. Il punto del non ritorno è stato l'ultimo consiglio dei ministri in cui la sua proposta di una dracma o di una moneta per uso interno è stata bocciata, per quattro voti a due, dalla segreteria politica di Syriza. Mentre nelle stesse ore dallo staff di Schaeuble arrivava ai quotidiani tedeschi la velina con l'opzione in questione, propedeutica al Grexit.
Nel corso delle ultime due settimane, tuttavia, oltre a una miriade di richieste di interviste dai media americani e alcune e-mail di sostegno da parte degli attivisti di altri Paesi, soprattutto sudamericani, la rete non si è potuta ampliare a causa dei controlli sul capitale. «Ancora nessuno è venuto da noi perché le banche erano chiuse», dice il signor Papaioannou.
Ma c'è chi scommette che non appena riapriranno l'esperimento potrebbe essere messo a regime. Una forma di baratto 2.0 immaginata da chi, lontano anni luce da euro summit e giochi di potere, semplicemente si è rimboccato le maniche e ha inseguito un'idea: innovativa e, non si sa ancora, efficace.twitter@FDepalo
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