E come se non bastasse gli stranieri fanno più figli di noi

Per la prima volta nella Storia i nati da famiglie italiane sono scesi sotto i 400mila. La metà rispetto a chi viene dall'estero

E come se non bastasse gli stranieri fanno più figli di noi

Roma - L'Italia non è un Paese per neonati. E neppure per genitori, soprattutto se sposati e italiani. Ieri l'Istat ha confermato il problema demografico del Belpaese: natalità a picco, pochi giovani, sempre meno fertili e allergici al matrimonio. Nel 2014, ha calcolato l'Istituto di statistica, i bambini iscritti all'anagrafe sono stati 502.596, 12mila in meno rispetto al 2013.

È già questa è la notizia. Indicatore di un malessere generalizzato che non favorisce le famiglie. Il calo rispetto al 2008, quindi un altro anno di crisi economica, è stato di 74 mila. Segno che c'è poca fiducia, con buona pace per i dati di novembre su quella dei consumatori e delle imprese, che è in crescita. Nel dettaglio, spiega rapporto Istat «Natalità e fecondità della popolazione residente», la diminuzione delle nascite è dovuta soprattutto alle coppie di genitori entrambi italiani. Per la prima volta nella storia italiana i nati da questa tipologia è scesa sotto 400 mila: 398.540. Negli ultimi sei anni i figli di coppie italiane sono scese di 82 mila unità. La spiegazione statistica è un calo della fecondità. Tendenza iniziata nel 2010 e in continua crescita. L'anno scorso, il numero medio di figli per donna è sceso a 1,37 (rispetto a 1,46 del 2010). Le italiane, sempre più vicine a quota uno (cioè figlio unico), hanno registrato nel 2014 una media di 1,29 figli. Le non italiane resistono ancora sui due figli 1,97 a testa, per la precisione. Ma nel 2008 erano 2,65.Fecondità bassa soprattutto tra le donne più giovani.

Quasi l'8% dei nati nel 2014 ha una madre di almeno 40 anni mentre in un caso su dieci (10,7%) la madre è sotto i 25 anni. Una quasi parità.Il problema demografico è questo. Tempo fa il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan spiegò che a risolverlo - almeno per quanto riguarda le ricadute economiche e previdenziali - ci penseranno proprio gli stranieri. Vero. I non italiani sembrano gli unici ad avere conservato una certa propensione a fare figli. Nel lungo termine, si potrebbe anche pensare a un «pareggio» tra genitori italiani e non.Il livello dei bambini nati da coppie dove almeno un genitore è straniero è stabile: 104mila nel 2014. I nati da due genitori stranieri, si sono attestati a 75.067 unità. Stabili, in lieve calo (5mila in meno in 2 anni). Lo scenario descritto nel rapporto sulla natalità, è quindi di un contesto sfavorevole alla procreazione. E di un pessimismo che non risparmia nemmeno gli stranieri.

Con buona pace degli indicatori sulla fiducia, resi pubblici dall'Istat ieri e secondo i quali quella dei consumatori è ai massimi dagli anni Novanta (cioè da quando viene registrata) e quella delle imprese è stabile, con un lieve aumento che la fa comunque arrivare ai livelli pre crisi. Presto per dire se sull'onda di questo ottimismo le famiglie italiani torneranno a fare figli come negli anni Sessanta e Settanta. Difficile, a sentire Maurizio Sacconi, ex ministro del Welfare oggi esponente di Ap. Il dato Istat, spiega, «ci sbatte in faccia il problema dei problemi, il crollo della natalità ed il suo recente, ulteriore, peggioramento».

Un dato che condizionerà tutto: «dall'identità della nazione alla crescita economica alla sostenibilità del welfare».Altro dato indicativo: sono in crescita costante i nati fuori dal matrimonio. In sei anni sono cresciuti di 100mila. Segno che anche questa istituzione mostra la corda.

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