Onorevole Michaela Biancofiore da maggio scorso lei è in Coraggio Italia, dopo una vita politica in Forza Italia, ora che il centrodestra vuol candidare Silvio Berlusconi lei lo voterebbe?
«Sono stata al fianco di Berlusconi per 28 anni e se me ne sono andata ci sono motivazioni. Se qualcuno dal suo entourage dice che non potrei non votarlo perché devo il seggio a lui rispondo che ho dato l'anima per quel partito e ho portato migliaia e migliaia di voti. Alla fine sono stata umiliata dai suoi stretti collaboratori, che con azioni sconsiderate continuano a danneggiarlo. Ma rimango legata a lui da profonda amicizia e lo voterò, se scioglierà la riserva».
In Ci si dichiara lealtà al centrodestra ma Toti, Brugnaro e Quagliariello dicono che Berlusconi rischia la disfatta e preferirebbero Draghi al Colle.
«Sono certissima che se il leader di Fi scenderà in campo l'appoggio del nostro gruppo ci sarà. Anche se ci sono diverse sensibilità e una tendenza a convergere su Draghi. Ma potrebbe succedere se Berlusconi facesse un passo indietro e anche lui appoggiasse il premier nella corsa al Colle».
Lei come la pensa su Draghi?
«Personalmente, vorrei che rimanesse a Palazzo Chigi perché sta facendo un lavoro delicato, la situazione economica è esplosiva e vedo un'enorme difficoltà per altri a tenere insieme la maggioranza. Al Colle dovrebbe andare chi ha le caratteristiche per supportare Draghi, che tra un anno può ambire a qualsiasi ruolo nazionale e internazionale».
Quindi un altro premier non potrebbe mantenere in vita questa maggioranza?
«Molto difficile, forse un centrista con competenze economiche da tecnico, come Brunetta. Ma gli altri partiti non accetterebbero».
Renzi vorrebbe una federazione moderata e spinge Draghi al Quirinale. I leader di Cisembrano interessati.
«Per il momento si pensa alle elezioni del 2023 e mi sembra improbabile che una federazione così nasca ora e possa avanzare una candidatura. Se i partiti maggiori si metteranno d'accordo non saremo certo noi o Iv l'ago della bilancia».
Pd e M5s dicono che Berlusconi sarebbe divisivo.
«È una sciocchezza. Quando Enrico Letta nel 2013 è diventato premier, da vicesegretario di un Pd che aveva perso le elezioni, l'ha fatto grazie ai voti di Berlusconi e agli ottimi uffici dello zio Gianni. Che c'è di divisivo in Berlusconi? Come dice Mattarella, ogni presidente si spoglia della propria appartenenza politica. Il leader di Fi è stato di parte ma ha saputo farsi voler bene anche a sinistra, come dice lui sa farsi concavo e convesso. Se andrà al Colle è più facile che abbia un occhio di riguardo per il centrosinistra che non per il suo schieramento. Forse è uno dei motivi di certe titubanze tra gli alleati».
Anche Renzi dice no al Cav, sì a un altro di centrodestra.
«Mai come per quest'elezione tutti dicono il contrario di quello che pensano. Fanno tattica e lui è il più bravo».
A fine settimana si verificheranno i voti per Berlusconi.
«È un bluff.
In questo parlamento è pressoché impossibile, per capire quanti voti ci sono bisogna giocarsi la partita fino all'ultimo, con un accordo dal primo turno e andare a oltranza. In tutti i partiti, Pd e M5s, meno in FdI e Lega, ci sono divisioni e i singoli non rispondono a capi e capetti, pensano a come essere rieletti, visto che saranno falcidiati».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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