Il voto in Francia non turba Meloni

Vento d'Oltralpe irrilevante. Il centrodestra non perde consensi: Fdi resta primo partito

Il voto in Francia non turba Meloni
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Lo scossone delle elezioni in Francia ha rilevato, secondo l'opinione pubblica italiana, una vittoria dell'Alleanza di Sinistra del Nuovo Fronte Popolare, più che una sconfitta del Ressemblement National del partito di destra, guidato da Marine le Pen. Questo scossone, avvertito come importante dagli italiani, non ha avuto nessuna conseguenza, se non marginale, sugli atteggiamenti relativi alle intenzioni di voto in Italia. Questa settimana, infatti, il primo partito risulta sempre essere Fratelli d'Italia, seguito, su quotazioni del tutto simili a quelle avute nei voti reali, da Forza Italia e Lega. Quanto al partito Noi Moderati, che in intenzioni di voto ha avuto l'1%, questa percentuale porta a un assoluto pareggio le intenzioni di voto del centro-destra, rispetto ai voti reali espressi nelle elezioni europee.

Vediamo adesso gli orientamenti di voto a sinistra. Il Pd è in termini di intenzioni di voto diminuito, rispetto al risultato delle Europee, mentre il suo competitor diretto, il Movimento 5 Stelle si è percettibilmente rafforzato. In sostanza, quindi, nulla è cambiato nel panorama politico italiano, chi ha vinto continua a vincere e chi ha perso continua a perdere, confermando l'antico detto: «A chi più ha, più sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».

Più interessante è la lettura dei leader del nostro Paese, che in un certo senso rimangono nelle stesse posizioni di prima, salvo Elly Schlein e Matteo Renzi che dimostrano di avere acquisito un punto in più in termini di fiducia dell'opinione pubblica. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rimane stabile e pure Giorgia Meloni, più come persona che come Governo, forse perché gira il mondo in rappresentanza del Paese. La Meloni, infatti, ha mantenuto intatta la sua leadership (44 era un mese fa e 44 è oggi). Semmai c'è da domandarsi come Giorgia Meloni abbia fatto a navigare indenne in un mare in burrasca. Forse la risposta sta proprio nella sua presenza internazionale. L'ultima che si è chiusa ieri, giovedì 11 luglio, è durata alcuni giorni a Washington per l'evento Nato che ha riunito i capi di Stato e di Governo dell'intero pianeta, per discutere questioni di sicurezza globale quali la collaborazione militare oltre ad altre tematiche rilevanti per l'Alleanza.

Essere nel momento giusto, al posto giusto non è da tutti e rende sempre (vedasi il precedente di Giulio Andreotti che essendo stato presente ovunque ha espresso la sua vitalità in Italia in ben sette governi non consecutivi).

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