Ieri si sono disputati due match Inghilterra-Germania. Uno per gli ottavi dell'Europeo di calcio, vinto dai britannici. E uno sempre a sfondo calcistico ma combattuto nei palazzi della politica. L'attacco in questo secondo caso l'ha sferrato Berlino, che per bocca del ministro dell'Interno Horst Seehofer, ha definito «irresponsabile» il fatto che il governo di Londra abbia autorizzato una capienza quasi completa per le restanti partite di Euro 2020 prevista a Wembley: il match di ieri (per il quali sono stati autorizzati 45mila spettatori) e poi le semifinali del 6 e 7 luglio e la finale dell'11 (che si svolgeranno alla presenza di 60mila tifosi). Ma c'è un'altra questione che ci riguarda più da vicino: l'Inghilterra infatti giocherà i suoi quarti di finale a Roma, sabato prossimo. E migliaia di tifosi inglesi invaderanno la capitale, anche se formalmente chi arriva dal Regno Unito in Italia deve sottoporsi a tampone e a una quarantena di cinque giorni per la quale siamo già fuori tempo massimo. Staremo a vedere.
Il fatto è che il regno Unito sta vivendo una drammatica impennata di contagi provocata dalla variante delta nel Regno Unito (ieri 20.479 nuovi casi e 23 morti). È per questo che Seehofer (che assicura di avere l'endrsement di angela Merkel) chiede all'Uefa, il governo calcistico europeo, e a Downing Street che l'affluenza a Wembley venga «significativamente corretti al ribasso». La questione è anche di equanimità. Perché, si chiede il ministro tedesco, allo stadio di Monaco di Baviera, dove venerdì si svolgerà l'atteso quarto di finale tra Italia e Belgio, è consentito occupare soltanto il 20 per cento dei posti disponibili, visto che la Germania al momento è messa molto meglio del Regno Unito nelle statistiche del Covid? Considerazione che muove anche il premier del länd bavarese Markus Soeder a definire «impossibile da capire» la decisione dell'Uefa di riempire Wembley che rischia di «diffondere il virus in tutta Europa». E anche la vicepresidente della Commissione europea, la greca Margaritis Schinas, ha confermato ieri le sue perplessità già manifestate lunedì: «La mia personale convinzione è che la Uefa deve valutare molto attentamente la situazione nelle semifinali e nella finale di Wembley. Per due ragioni. La prima: perché ci saranno molte persone e l'idea dello stadio pieno mentre è presente la preoccupazione per la variante delta darebbe un messaggio che la Uefa deve valutare attentamente. La seconda perché l'idea del Regno Unito che impone restrizioni ai cittadini che viaggiano in Ue ma accetta una massiccia presenza di visitatori europei è un'asimmetria che va considerata». Va detto che fa discutere anche un'altra decisione di Londra: quella di esentare gli uomini d'affari che arriveranno in Inghilterra portando «significativi benefici economici» dal pieno rispetto della quarantena. La decisione di Downing Street viene motivata con la necessità di non perdere affari importanti, ma vi sono state polemiche sul suo carattere «elitario» della misura.
Ma torniamo al pallone. L'altro Paese sede di euro 2020 che inquieta è la Russia, alle prese con un picco di contagi da Covid a causa della diffusione della variante Delta. Da giorni il più grande paese della Terra batte record su record. Nelle ultime 24 ore, secondo i dati forniti dal governo, sono stati 652 i decessi legati alla malattia, un dato superiore anche a quello registrato a dicembre.
E una delle città più colpite è San Pietroburgo, che registra 119 vittime ma si appresta a ospitare i quarti di finale di Euro 2020 tra Svizzera e Spagna. Il Cremlino ha ammesso di aver fallito l'obiettivo di vaccinare il 60 per cento della popolazione entro la fine dell'estate.
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