Whirlpool chiude a Napoli, il governo cerca la soluzione

Il premier incontra i lavoratori licenziati e promette l'impegno per la tutela dei loro diritti

Whirlpool chiude a Napoli, il governo cerca la soluzione

Whirlpool chiuderà lo stabilimento di Napoli e avvierà la procedura di licenziamento collettivo per i 327 dipendenti dal 15 luglio. L'azienda ha così interrotto le trattative al ministero dello sviluppo confermando «la possibilità di trasferimento presso la sede di Varese» e un incentivo all'esodo di 85mila euro. Immediata la mobilitazione nel sito napoletano. Una delegazione dei lavoratori ha incontrato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo la sua visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere. Il premier ha dichiarato che avrebbe cercato di effettuare una moral suasion «sulla multinazionale americana e ci ha assicurato che non appena rientrato a Roma avrebbe chiamato, ovviamente senza prometterci un risultato», ha detto Raffaele Apetino, segretario generale Fim-Cisl Campania. Fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che «il governo è impegnato a «tutelare i diritti dei lavoratori» e vuole costruire «alternative serie». Per i sindacati la revoca della procedura di licenziamento è il passaggio essenziale per riaprire una discussione. «Per noi la mobilitazione resta e faremo sentire la nostra voce», ha concluso Apetino.

«È irragionevole non accettare la proposta delle 13 settimane di cassa integrazione. Siamo perplessi rispetto a questo rifiuto che danneggia solo i lavoratori Whirlpool, che dovrebbero invece essere tutelati», ha dichiarato il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti sul quale, oltre ai casi Gkn e Gianetti Ruote, ieri si sono riversati anche le problematiche di Whirlpool e della ex Embraco. Anche allo stabilimento torinese, infatti, non s'è trovato l'accordo per la cassa integrazione dei 400 dipendenti. Le multinazionali proseguono con la loro «logica da Far West». Per questo il governo deve «convocare urgentemente la cabina di regia a Palazzo Chigi e Confindustria deve assumersi le proprie responsabilità». Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un comunicato ha stigmatizzato commenta la decisione di Whirlpool Itali che «invece di rispettare l'impegno sottoscritto a Palazzo Chigi e utilizzare gli ammortizzatori gratuiti, scarica sui lavoratori e sul Paese la scelta di delocalizzare». Per la multinazionale Usa «accettare la proroga della cig, rinviando la procedura di licenziamento, è una scelta che non pesa sul bilancio. Mentre è indispensabile avere ulteriore tempo per i lavoratori, per Napoli e per il piano di rilancio che stiamo costruendo insieme ad Invitalia», ha commentato il viceministro dello Sviluppo, Alessandra Todde.

Sia il caso Whirlpool che quello di Gianetti Ruote di Monza e della Gkn di Firenze sono, infatti, legate alla volontà delle proprietà estere di spostare le produzioni in Paesi con un minor costo del lavoro giacché nel settore degli elettrodomestici e in quello dell'automotive la crisi pandemica ha comportato un calo di vendite e una compressione dei

margini di profitto. Differente la situazione della ex Embraco che ha registrato il fallimento dell'acquirente Ventures e ha visto sfumare le ipotesi alternative. Oggi, intanto, a Firenze si riunisce il tavolo di crisi Gkn.

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