Zaki paladino dei copti. Poi si vota per i cristiani e i dem sono contrari

Il giovane ha difeso la minoranza egiziana ma il Pd non è mai a favore delle mozioni

Zaki paladino dei copti. Poi si vota per i cristiani e i dem sono contrari
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Il Pd e la sinistra hanno eletto come simbolo anti-governativo il paladino di una battaglia che non condividono. Patrick Zacki, che è tornato in Italia, festeggiando in un centro sociale bolognese - quello che ha organizzato un «Funeral Party» per la morte del Cav - , è finito nei guai in Egitto per un articolo in cui denunciava la repressione dei cristiani copti. Un pezzo del 2019, per cui lo studente è stato accusato dalle autorità del Paese Nord africano. Si presume quindi che Pd e compagni abbiano la stessa sensibilità di Zaki sul tema, specie considerando il calore con cui il partito della Schlein, il M5S di Conte e Avs di Fratoianni e Bonelli hanno accolto la liberazione del ragazzo. Lo stesso «sentiment», si direbbe. Invece no, anzi: la sinistra, sui cristiani perseguitati, ha avuto spesso un atteggiamento ondivago, se non ostativo. Dalle mozioni parlamentari laiciste presentate dai dem in contrasto con quelle del Pdl sulla cristianofobia nel 2011 al respingimento della mozione del giugno 2022 - quella a firma di Jean-Paul Garraud di Id, in Ue, sui cristiani perseguitati in Nigeria - passando per la bocciatura di un intergruppo in Regione Emilia Romagna sulla tutela della libertà religiosa dei cristiani perseguitati nel mondo (giugno 2021, sempre a opera Pd). In Europa l'andazzo è più evidente che altrove. Carlo Fidanza, europarlamentare di Fdi, racconta a Il Giornale quale sia l'atteggiamento di Pd e compagni nelle aule di Strasburgo e Bruxelles: «Difendono Zaki che difende i copti egiziani, ma non difendono i copti egiziani. L'atteggiamento della sinistra sulla libertà religiosa, e in particolare sulla persecuzione dei cristiani in tutto il mondo, è ipocrita e pilatesco. Nell'intergruppo parlamentare che presiedo non c'è mai stato un solo parlamentare di sinistra, anche in aula le poche mosche bianche sono condannate al silenzio per disciplina di gruppo. Quando riusciamo ad imporre dibattiti sul tema in aula, la sinistra interviene per sminuire il tema o condannare la presunta islamofobia delle destre. La sottomissione vaticinata da Houellebecq è già realtà per colpa della sinistra europea». Fidanza, capodelegazione di Fdi-Ecr, presiede l'intergruppo parlamentare per la libertà religiosa, un organo a cui la sinistra non prende parte.

Il quadro non cambia se a raccontarlo è Susanna Ceccardi, europarlamentare leghista. «In Parlamento europeo sono stati presentati moltissimi emendamenti a difesa dei cristiani nel mondo, ma la sinistra puntualmente ha votato contro o si è astenuta. Chissà se il finalmente libero Patrick Zaki è consapevole che quelli che fanno a gara per sembrare i suoi più convinti sponsor, sono in realtà molto ipocriti sul piano della difesa dei diritti dei cristiani nel resto del mondo. Non stupisce che dopo tanti anni di vuota propaganda a sinistra, sia stato un governo di centrodestra ad ottenerne la liberazione», afferma l'esponente della Lega.

Riavvolgiamo il nastro. Aprile 2015: alcuni cristiani vengono uccisi da islamisti su una barca verso l'Italia. La presidente della Camera è Laura Boldrini, che circoscrive il massacro, sostenendo che i cristiani non siano stati ammazzati dopo una «discussione teologica».

Un modo come un altro per asserire che la motivazione dell'eccidio non fosse religiosa. Tra i primi a reagire sul «sarcasmo», la Meloni. Chi esulta con enfasi per la liberazione (da parte dell'esecutivo Meloni) di Zaki, difensore dei cristiani? Pure Laura Boldrini, ovvio.

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