"Zaporizhzhia è colpita". Arrivata la missione Aiea. Kiev combatte sul fronte di Kherson

Mosca: "Danni al tetto". Tra i tecnici l'italiano Aparo, già responsabile del dossier iraniano

"Zaporizhzhia è colpita". Arrivata la missione Aiea. Kiev combatte sul fronte di Kherson

Gli ispettori dell'Agenzia atomica sono partiti, compreso l'italiano Massimo Aparo e almeno una granata ucraina ha colpito la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa occupata dai russi. Tutti e due gli schieramenti scherzano con il fuoco di un disastro nucleare, ben peggiore di Chernobyl, che colpirebbe l'intera Europa. Per questo è fondamentale la missione dei 13 esperti dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) partiti ieri mattina da Vienna. In serata erano attesi a Kiev e poi si dirigeranno verso la centrale, che si trova sulla linea del fronte. «Il giorno è arrivato» ha annunciato il direttore generale, Rafael Grossi, immortalato con la delegazione. Al suo fianco l'ingegnere nucleare Aparo, pistoiese trapiantato a Roma, con un'esperienza di 25 anni sul campo dall'Iran alla Corea del Nord. La missione si svolgerà fra il 31 agosto ed il 3 settembre e ha come obiettivo «proteggere la sicurezza del più grande impianto nucleare dell'Ucraina e dell'Europa» ha spiegato Grossi.

«All'arrivo a Zaporizhzhia, alla fine di questa settimana, valuterà i danni fisici alle strutture, determinerà l'operatività dei sistemi di sicurezza primari e di riserva e valuterà le condizioni di lavoro del personale della sala di controllo - si legge nel comunicato ufficiale - Allo stesso tempo, la missione valuterà se adottare misure urgenti di salvaguardia per verificare che il materiale nucleare sia utilizzato solo per scopi pacifici».

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha dichiarato che per l'Aiea è la «missione più difficile di sempre». L'Agenzia vuole mantenere diversi esperti nella centrale, anche dopo la fine della visita, per continuare a monitorare la sicurezza dell'impianto.

Non sarà una passeggiata raggiungere la centrale passando le linee soprattutto dopo gli ultimi giorni di bombardamenti incrociati e scambi di accuse. I russi nascondono batterie e uomini attorno all'impianto e gli ucraini hanno più volte lanciato colpi di artiglieria troppo vicino. Ieri, secondo le foto pubblicate dall'esponente filo russo dell'amministrazione provvisoria della regione di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov, una granata ha sfondato «il tetto dell'edificio speciale numero uno della centrale nucleare». Nella struttura viene immagazzinato il combustile per i reattori fornito dall'americana Westinghouse. Il cratere sarebbe stato provocato da un proiettile di 115 millimetri lanciato da un obice M-777 di fabbricazione Usa dalla città di Nikopol, in mano Ucraina, sull'altra sponda del fiume Dnieper. Alla popolazione, per la seconda volta dall'inizio dell'invasione, sono state distribuite le pastiglie di iodio contro le radiazioni. Il colpo di artiglieria non ha provocato alcuna perdita radioattiva, ma dimostra quanto sia ardua e pericolosa la missione dell'Aiea.

Fra gli esperti il più alto in grado, dopo Grossi, è l'italiano Aparo, vicedirettore generale e responsabile del dipartimento di Salvaguardia dell'Agenzia. Classe 1953 si è laureato alla Sapienza di Roma e dal 1997 ha ricoperto incarichi delicati per l'Agenzia atomica come responsabile della task force sull'Iran e capo dell'ufficio regionale a Tokyo, che monitorizza gli impianti nucleari in Giappone, Cina, Corea del Nord e altri paesi dell'area. In una delle rare interviste ricordava che gli italiani sono «7-8 su un totale di 500» ispettori dell'Agenzia.

Il comando meridionale delle forze ucraine ha annunciato che è iniziata l'offensiva di terra verso la città strategica di Kherson occupata dai russi. La prima linea sarebbe stata sfondata, ma i russi replicano che si tratta di «fake news». Secondo Mosca l'attacco su tre direttrici sarebbe stato respinto con pesanti perdite ucraine (560 uomini).

Fino ad ora l'esercito di Kiev ha usato soprattutto l'artiglieria bombardando i ponti utilizzati per i rifornimenti al nemico, grazie ai nuovi lanciarazzi americani Himars. A parte qualche villaggio riconquistato nei mesi scorsi non sembra che le unità terrestri siano in grado, per ora, di scatenare con successo l'attacco finale.

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