La nottata di raid russi sull'Ucraina non ha risparmiato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, che è rimasta senza elettricità fino a ieri pomeriggio. Durante l'attacco, arrivato proprio l'indomani dei negoziati con le Nazioni Unite sulla smilitarizzazione dell'impianto, la centrale è stata messa in modalità blackout per ridurre il rischio di incidente nucleare. È la sesta volta che accade da quando è stata occupata dalle truppe russe, nel marzo 2022, ma mai prima d'ora aveva subito una totale interruzione dell'alimentazione di energia.
Una situazione di estremo pericolo, che ha costretto il direttore generale della Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, a rilanciare l'allarme sulla sicurezza: «Ogni volta è come sfidare la sorte, ma se permettiamo a questa situazione di estendersi, un giorno la nostra fortuna finirà», ha avvertito davanti al consiglio dei governatori dell'organismo delle Nazioni Unite a Vienna. Grossi ha sollecitato un'azione urgente per garantire la sicurezza del sito. «Ancora una volta la centrale funziona con diesel di emergenza, l'ultima linea di difesa. Questa è la sesta volta, lasciatemelo ripetere la sesta volta, che l'impianto ha dovuto operare in questa modalità di emergenza. Permettetemi di ricordarvi che questa è la più grande centrale nucleare in Europa», ha rimarcato l'esperto chiedendo cosa si sta facendo per evitare che questo accada.
In seguito al lancio di missili il quinto e il sesto reattore sono andati in arresto «a freddo», con una temperatura al di sotto del punto di ebollizione e con le pompe elettriche dell'acqua che raffreddavano il combustibile per evitare una fusione nucleare grazie a diciotto generatori diesel, il cui carburante ha però una durata limitata, al massimo dieci giorni. «I russi stanno mettendo il mondo sull'orlo di una catastrofe nucleare», ha scritto in comunicato l'operatore ucraino per il nucleare Energoatom sollecitando l'intervento dell'intera comunità internazionale «per ritirare i gruppi terroristici russi dal territorio della centrale e trasferirla sotto il pieno controllo del legittimo operatore competente».
La questione è stata discussa anche davanti al Parlamento europeo. «L'impianto nucleare di Zaporizhzhia è occupato dalle forze militari, in violazione della convenzione internazionale, con rischi enormi di incidenti nucleari. Gli esperti, i tecnici, gli ingegneri rischiano la vita ogni giorno e in questo istante stanno cercando di sostituire l'infrastruttura danneggiata. Qualsiasi sistema energetico si sarebbe ritrovato in ginocchio, ma l'Ucraina non ha ceduto, ha resistito all'invasione e l'Europa ha sostenuto l'Ucraina in ogni passo», ha detto la commissaria europea all'Energia, Kadri Simson in audizione alla commissione Industria, ricerca ed energia. Per l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, Mosca sta mettendo in pericolo tutto il nostro Continente, compresa la stessa Russia: «Nelle ultime ore il rischio di incidente è aumentato molto a seguito all'attacco a Zaporizhzhia che è stata disconnessa dalla rete elettrica ucraina. È una grave violazione della sicurezza nucleare».
Il presidente Volodymyr Zelensky ha parlato di «una notte difficile» con i bombardamenti russi che hanno colpito dieci regioni, tra cui appunto quella in cui si trova la centrale. Ma ha fatto sapere che «tutti i servizi funzionano». «Il sistema energetico è in fase di ripristino. Sono state imposte restrizioni in tutte le regioni», ha detto. Anche la Francia ha preso posizione dopo i raid su Zaporizhizhia.
Per la portavoce del ministero degli Esteri francese, Anne-Claire Legendre, si è trattato di «un rischio inaccettabile per la sicurezza nucleare». «I crimini di guerra perpetrati dalla Russia di Vladimir Putin non possono restare impuniti», ha detto.
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