Zelensky, ipotesi negoziati: sul tavolo Crimea e Donbass

Il presidente al vertice europeo: "Non abbiamo le forze per riprenderli". Messaggio a Trump: "Ma non si tratta con Putin senza l'Ucraina"

Zelensky, ipotesi negoziati: sul tavolo Crimea e Donbass
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Volodymyr Zelensky si mette a nudo con il quotidiano francese Le Parisien e per la prima volta dall'inizio dell'operazione speciale ammette che «Donbass e Crimea sono oggi controllati dai russi. Non abbiamo la forza di riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin al tavolo dei negoziati». Se non è un colpo di scena, poco ci manca, ma il presidente ucraino deve fare i conti con il «new deal» in arrivo dagli Usa e l'intenzione di Trump di mettere attorno a un tavolo sia lui che Putin. Tant'è che Zelensky lo sottolinea quando dice che «nessun leader ha il diritto di negoziare con il dittatore russo senza Kiev, poiché è l'Ucraina la vittima di questa guerra».

Da Mosca nessuno commenta le parole del leader ucraino, ma il viceministro degli Esteri Ryabkov apre al futuro inquilino della Casa Bianca spiegando che il Cremlino «è disposto a esaminare ogni proposta degli Usa e a un ritorno a una qualche normalità nelle relazioni tra Mosca e Washington». Ryabkov sostiene di non aver ancora sentito Keith Kellogg, l'inviato di Trump per l'Ucraina, ma nonostante l'incontro non sia stato ancora calendarizzato «sarà interessante confrontarci». Da parte sua, Kellogg ribadisce che Russia e Ucraina sono pronte a intrattenere un dialogo sulla fine della guerra e che Trump è in grado di diventare mediatore.

Sulle parole di Zelensky a Le Parisien è intervenuto il segretario generale della Nato, Mark Rutte, affermando che l'Ucraina deve comunque essere sostenuta militarmente «affinché ottenga una posizione di forza, per poi decidere quando e come aprire i negoziati. Se iniziamo a parlare fra di noi su che forma prenderà la pace, rendiamo la vita molto facile ai russi». Parole ripetute allo stesso presidente ucraino, arrivato nel tardo pomeriggio a Bruxelles per una riunione del cosiddetto «formato Weimar Plus», che include Italia, Germania, Francia, Polonia e Gran Bretagna (c'erano anche la presidente della Commissione Ue von der Leyen, che ha annunciato il 16° pacchetto di sanzioni anti-Russia) e quello del Consiglio europeo Costa). Al Segretario dell'Alleanza, Zelensky ha chiesto una maggior fornitura di armi per la difesa aerea, e Rutte ha promesso l'invio di una ventina di dispositivi per proteggere le infrastrutture energetiche. «E dopo la pace si penserà anche a sostenere l'economia»

Zelensky, rivolgendosi ai leader dell'Ue, ha invitato l'Europa a mantenere «una posizione forte e unita per garantire una pace duratura». Un input accolto dal cancelliere tedesco Scholz, che aggiunge, «pace sì, ma non deve essere imposta alle condizioni di Mosca». Per l'Alto rappresentante Ue Kallas è la Russia a non volerla, «e questo è un problema». Il ministro della difesa britannico Healey, ieri a Kiev, è favorevole ai negoziati, ma ribadisce il supporto all'Ucraina e spiega che non si farà «intimidire dalle minacce nucleari di Putin». Il ministro degli Esteri francese Barrot denuncia il tentativo della Russia di manipolare il voto attraverso gli influencer dei Paesi europei, mentre dal vertice Ue-Balcani è emersa l'unità nel sostegno a Kiev. Zelensky ha informato di aver parlato anche con Macron. Domani sono previsti i negoziati con gli altri leader dell'Ue.

Nel corso del Weimar Plus, i leader europei hanno valutato la possibilità di inviare truppe in Ucraina nel momento in cui si dovesse raggiungere un

cessate il fuoco o un accordo di pace. I negoziati sono in fase embrionale, ma già emergono disaccordi sugli obiettivi e sul mandato di tale missione. Si parla del possibile invio di 100mila soldati, senza il supporto Usa.

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