La mozione anti-aborto 434, nota come "Zelger" (dal nome del consigliere comunale che l'ha proposta a Verona, l'esponente della Lega Alberto Zelger), fa proseliti.
Il quotidiano locale di Verona, L'Arena, scrive sull'edizione cartacea del 16 ottobre che "richieste di informazioni sono arrivate da Potenza, Treviso, Sestri Levante, Trieste", città interessate all'iniziativa che tante polemiche ha suscitato sulla stampa nazionale, specie sui giornali che supportano l'aborto. Roberto Todeschini (responsabile del gruppo giovani della Lega di Matteo Salvini), sullo stesso quotidiano, ha aggiunto che l'iniziativa sarà estesa "in tutti i comuni in cui governiamo, con l'obiettivo di estenderla a livello regionale e nazionale".
Sentito da Il Giornale, Alberto Zelger ha rilanciato la sua mozione sostenendo che "l'iniziativa di Verona è solo un primo passo per promuovere la cultura della vita e ha sollevato un polverone mediatico solo perché la legge 194 è stata per anni considerata un tabù. Molti Comuni mi hanno manifestato il desiderio di copiare l’iniziativa, chiedendomi copia della mozione; sono arrivate richieste persino dagli USA e dalla Spagna".
Secondo Zelger per invertire il declino demografico è necessario prendere coscienza che i bambini sono il bene più prezioso della nazione e, di conseguenza, "un popolo che non fa figli o li sopprime prima della nascita o promuove le unioni omosessuali di per sé sterili, dimostra di non avere un progetto per il futuro; è ripiegato sul presente e considera i figli come un impiccio per la carriera, per lo svago o per l’impegno economico che richiedono, salvo poi ripensarci quando è troppo tardi".
Nel quarantesimo anniversario della Legge 194, l'approvazione della mozione 434 da parte del Consiglio Comunale di Verona, guidato da una giunta formata da partiti di centro-destra e da liste civiche, è stata tesa alla prevenzione dell'aborto. "Dopo 40 anni", spiega Zelger, è "necessario fare una verifica sulla legge".
Leggendo la mozione si comprende che vuole evidenziare alcune parti della legge che non sono state applicate, come gli articoli 2-5 che si riferiscono alla prevenzione dell’aborto. Da molte parti, infatti, è stato evidenziato che si sono verificati alcuni effetti distorsivi e inaccettabili come l'utilizzo dell’aborto come contraccettivo, dimostrato dall’incremento degli aborti tra le minorenni, l'aumento del numero degli aborti dopo i 90 giorni, l'aumento degli aborti per vere o presunte malformazioni del feto, la scarsa informazione alle donne sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’aborto, la diffusione di una cultura della sessualità sganciata dalla responsabilità, che ha contribuito al declino demografico.
"Ci sono molti ostacoli da rimuovere" per promuovere anche in Italia la cultura della vita, chiarisce Zelger. Il consigliere comunale veronese si riferisce in particolare alla cultura dominante che "impone alla donna di realizzarsi nel mondo professionale più che mettere al mondo dei figli", agli scarsi aiuti alle mamme "che starebbe volentieri con i loro figli nei primi anni di vita, anziché mandarli negli asili nido". Di fatto la mamma non può scegliere liberamente tra lavoro e famiglia", dice Zelger.
Molte critiche sono state sollevate sulla possibilità di dare fondi comunali ad organizzazioni cattoliche, piuttosto che ai consultori familiari o ad altre strutture sociali e mediche. "Dobbiamo riconoscere", dice Zelger a Il Giornale, "che solo i Centri Aiuto Vita e poche altre associazioni cattoliche si pongono l’obiettivo di salvare un bambini dalla morte procurata con l’aborto. Ma l’aborto non è una questione di morale cattolica; è un’aberrazione riconosciuta persino dal giuramento di Ippocrate nel IV secolo avanti Cristo. Siamo noi che abbiamo tradito la nostra umanità, oscurando la ragione in nome del diritto di scelta della donna (e il diritto a nascere del bambino?)".
Zelger ha accolto con piacere l’intervento di papa Francesco, pochi giorni dopo l’approvazione della sua mozione, pontefice che in modo molto diretto ha domandato: "è giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema? È come affittare un sicario per risolvere un problema".
Secondo Zelger la legge 194 dovrebbe essere sostituita da una legge di sostegno alla maternità, che preveda una corretta informazione sulla realtà biologica del nascituro, ma anche sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’aborto. "Ci si può arrivare anche per gradi – ora purtroppo non ci sono i numeri per farlo – come stanno facendo in Russia, dove col comunismo c’erano 4 milioni di aborti all’anno ed ora sono dimezzati, grazie anche al consenso informato obbligatorio. Occorre aiutare le donne che vivono un momento che può essere di grande fragilità, erogando anche forti sostegni economici, come in Francia, in Polonia e in altri paesi".
Intanto, a Verona, il 15 Ottobre, giornata della commemorazione mondiale delle morti in utero, morti perinatali e aborti, si è celebrata "l’onda di luce". La popolazione è stata invitata ad accendere una candelina sul davanzale per un giorno intero, per illuminare il mondo "con queste piccole luci".
Dalla città scaligera vogliono sensibilizzare sulla rapida attuazione dell'articolo 25.2 ter della Legge Regionale 18 (del 4 marzo 2010), contenente "Norme in materia funeraria", dove si stabilische che un bambino ha diritto alla registrazione all'anagrafe e la sepoltura dopo le 28 settimane di gestazione e che prima delle 28 settimane devono decidere i genitori entro le 24 ore dalla morte e spesso non sono nelle condizioni di prendere tale decisione.
L'avvocato penalista di Verona, Andrea Bacciga, ha
esortato la Regione Veneto ad accelerare i lavori per l’emanazione delle norme attuative scrivendo, attraverso un comunicato stampa, di trovare "etico ed umano assicurare ai feti e ai bambini non nati una dignitosa sepoltura".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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