La decisione è stata presa. Il nuovo Dpcm che Giuseppe Conte varerà nelle prossime ore si baserà su un preciso sistema di regole per stabilire quali regioni chiudere e quali lasciare aperte. Tutto dipenderà dai dati epidemiologici. In base ai valori riscontrati, ciascuna regione entrerà a far parte in una delle tre aree di rischio designate dal governo. A seconda di dove verrà collocata, sarà chiamata a rispettare restrizioni più o meno stringenti.
È questo, di fatto, il meccanismo automatico che potrebbe condizionare le prossime settimane degli italiani. Usiamo il condizionale perché il pacchetto di provvedimenti non è ancora entrato in vigore. Ma le ultime indiscrezioni sono piuttosto chiare. Tutto dovrebbe ruotare attorno a una classificazione delle regioni in tre differenti "scenari di rischio", con misure via via più restrittive a seconda della gravità dei dati epidemiologici inerenti a quell'area.
Verso lo scenario 4: i parametri da considerare
Innanzitutto dobbiamo specificare che l'Italia "è in via di transizione verso lo scenario 4", ovvero il peggiore possibile tra quelli delineati nel piano "Prevenzione e risposta a Covid-19" redatto dall'Istituto superiore di Sanità. Ciò significa che il Paese deve farei conti con una "trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo".
Il valore più importante da prendere in considerazione è l'indice di contagio Rt, valutato regione per regione. L'allarme scatta quando il valore supera la soglia di 1,5. Ebbene, in questo momento ci sono 13 regioni che hanno sfondato il tetto massimo, tra cui Lombardia e Piemonte oltre quota 2. Accanto all'Rt elevato, per entrare nello scenario 4, si devono registrare "incidenza dei casi e gravità cliniche elevate" e "pressione sostenuta per i dipartimenti di prevenzione e i servizi assistenziali" nelle varie regioni.
Il meccanismo delle aree di rischio
Lo scenario 4 prevede la suddivisione del territorio nazionale in tre diverse aree di rischio: moderata, alta/molto alta per meno di tre settimane consecutive e alta/molto alta per più di tre settimane consecutive, e situazione non gestibile. Per comodità parliamo rispettivamente di zona verde, arancione e rossa.
Le regioni saranno dunque suddivise all'interno delle suddette fasce. In base a cosa? A 21 criteri che contribuiranno a creare un coefficiente di rischio, tra cui i casi sintomatici, i ricoveri, la percentuale dei tamponi positivi, il numero dei focolai e l'occupazione dei posti letto negli ospedali. Sarà il Ministero della Salute – in coordinazione con i presidenti regionali - che, una volta letti i dati settimanali, dovrà determinare se una regione è in una fascia o in un'altra.
Le regioni resteranno in un'area di rischio finché i valori epidemiologi non cambieranno. L'entrata o l'uscita in una fascia sarà infatti automatico, e scatterà non appena i dati superano (o meno) una soglia limite. Automatiche saranno anche le misure che scatteranno nelle regioni.
Quali misure scatteranno
Non sappiamo ancora quali saranno le misure restrittive che scatteranno nelle diverse fasce di rischio. Secondo quanto riportato dal Corsera, per le regioni nella categoria verde potrebbero valere le misure adottate a livello nazionale. Ovvero: chiusura dei centri commerciali nei festivi e nei weekend, di sale gioco e bingo, musei, riduzione al 50% della capienza dei mezzi pubblici e via dicendo.
Nella fascia arancione e rossa le misure saranno ancora più stringenti. Tutto è ancora in fase di definizione, anche se nel caso più grave – così ha dichiarato Conte in Aula – sarà prevista una limitazione della circolazione delle persone da e verso le regioni considerate più a rischio. Tra le altre indiscrezioni sono circolate ipotesi quali la chiusura dei negozi e attività commerciali (ad eccezione di quelle essenziali) e la chiusura di bar e ristoranti anche a pranzo.
Certo è che le misure adottate in ogni regione saranno stabilite da ordinanze regionali, anche se scatteranno automaticamente in base ai dati e alla fascia in cui si troverà la regione stessa.
La permanenza di una regione in una fascia o nell'altra cambierà settimanalmente, dal momento che il monitoraggio dei dati avverrà ogni sette giorni. In ogni caso, per entrare nell'area rossa, una regione dovrà avere dati pessimi per più di tre settimane di fila. Non dovrebbero quindi esserci "sorprese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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