Politico ucraino arrestato in Italia, Roma in imbarazzo

A volte i problemi seri nascono da vicende bizzarre. E speriamo che non sia questo il caso, considerato che l’Ucraina, il Paese al centro della storia che stiamo per raccontare, ha nelle sue mani uno dei principali rubinetti del gas che consumiamo in Italia. Martedì a Frosinone - chissà cosa ci faceva, tra l’altro - l’Interpol ha arrestato Arsen Avakov, 48 anni, ex governatore della regione ucraina di Harkiv (in russo Kharkov) ma soprattutto esponente di primo piano del partito «Patria», guidato dalla ex premier Yulia Tymoshenko, attualmente in carcere e al centro di un complesso caso politico-giudiziario che ha assunto rilevanza internazionale.
Su Avakov pendeva un mandato internazionale emesso dalle autorità ucraine per abuso d’ufficio, in particolare l’uomo politico di opposizione è coinvolto in due inchieste sulla privatizzazione delle terre nella regione di Harkiv, che ha governato dal 2005 al 2010, ed è accusato dell’appropriazione indebita di oltre 50 ettari di terreno. Prontamente da Kiev è arrivata la richiesta di estradizione, ma contemporaneamente il partito della Tymoshenko ha chiesto all’Italia, con una lettera al governo e alla segreteria generale dell’Interpol, che questa non venga concessa: questo perché Avakov altro non sarebbe che l’ennesima vittima eccellente di una persecuzione giudiziaria ordinata dall’attuale presidente Viktor Yanukovic, storico rivale della ex premier «arancione».Attualmente l’uomo politico ucraino si trova nel carcere di Frosinone, a disposizione della Corte di Appello di Roma che dovrà decidere sulla sua estradizione.
Una serie di processi sospetti a personaggi di primo piano dell’opposizione, uniti a trattamenti insolitamente severi riservati ai condannati, ha effettivamente creato un caso internazionale negli ultimi mesi. Nello scorso ottobre, in particolare, Yulia Tymoshenko è stata condannata a sette anni di carcere per abuso di ufficio legato alla firma di un contratto per l’acquisto di gas russo «con termini svantaggiosi per l’Ucraina». Quel verdetto provocò la rabbiosa reazione dei militanti di «Patria», con scontri nel centro di Kiev, ma anche una protesta dell’Unione Europea, che espresse «seria preoccupazione» per la legalità del processo e per il trattamento inflitto in carcere alla Tymoshenko, le cui condizioni di salute sono precarie.


Proprio ieri la Procura di Kiev ha fatto sapere che nelle prossime settimane si aprirà a carico della ex premier un nuovo procedimento per evasione fiscale. Un mese fa l’attuale premier Yanukovic fece intendere di poter considerare un «perdono» per la Tymoshenko solo dopo questo secondo processo.

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