"Porto ancora in tv la modernità di Eduardo, idolo di TikTok"

L'attore è sul set di "Questi fantasmi" e ha ricevuto il Nastro d'Argento per "Napoli milionaria". È il protagonista della fiction "Malinconico"

"Porto ancora in tv la modernità di Eduardo, idolo di TikTok"
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È già tornato sul set. Tanto non si è spostato molto da casa. In questi giorni gira Questi Fantasmi, sesto titolo della trasposizione filmica per la Rai dei capolavori teatrali di Eduardo De Filippo. E sabato scorso è stato premiato con il Nastro d'argento per Napoli milionaria come miglior film tv dell'anno. Insomma, Massimiliano Gallo vive la sua Napoli al massimo della gioia: come attore, come cittadino, come padre (di una bimba di pochi mesi) e come marito.

Nel capoluogo campano è tornato da una decina di anni, dopo aver vissuto a Roma e sta assistendo da protagonista alla rinascita, anzi all'esplosione del settore audiovisivo campano.

Uno sviluppo celebrato sabato scorso nella serata di premiazioni dei Nastri d'Argento strapiena di attori, registi e sceneggiatori: ha vinto come serie dell'anno La Storia di Francesca Archibugi tratta dal romanzo scritto da Elsa Morante e, tra i tanti altri premi, quello per attrice protagonista è andato a Isabella Ragonese per la serie Il Re (di Sky) e quello per attore protagonista a Michele Riondino per I leoni di Sicilia (Disney).

Dunque Massimiliano, Eduardo continua a fare la fortuna di Napoli.

«E io che ho il piacere di interpretarlo, mi immergo sempre più nella sua grandezza: è l'artista che più di tutti è stato capace di scavare nell'animo umano, nella sua bellezza e malvagità. Recitare prima in Filumena Marturano e poi in Napoli milionaria per la Rai è stato un vero servizio pubblico, mi ha dato un'immensa soddisfazione».

Soprattutto perché i due film sono state visti anche dai giovani.

«Sono storie universali modernissime, se trattate in un modo adatto possono arrivare a tutti, anche ai ragazzi: i video di Filumena sono stati scaricatissimi su Tik Tok».

Insomma ormai Napoli è veramente milionaria, almeno per il cinema e la tv.

«L'industria audiovisiva ha generato una spinta enorme, non solo dal punto di vista del business e dell'attrazione turistica. Sta portando anche un cambiamento più profondo, che si può vedere visibilmente nei quartieri più disagiati come Forcella dove abbiamo girato Napoli Milionaria: i bassi che prima erano mezzo distrutti adesso sono diventati dei B&B. È cambiato anche il tessuto sociale: prima non ci si poteva avvicinare, mentre ora ci sono i turisti che girano tranquillamente di notte. Un risultato che si è ottenuto anche grazie al lavoro della Film Commission campana e delle legge regionale che ha messo a disposizione i budget necessari».

Una evoluzione che arriva da lontano ed è sfociata nel mega successo di Mare Fuori.

«Si è partiti tanti anni fa da Un posto al sole e da La Squadra. Napoli non ha solo bellezza, arte e cultura, ma ha una forza identitaria enorme, mischia sacro e profano, antico e moderno, accoglie tutti. La contaminazione crea ricchezza: a Napoli il Kebab si fa con lo sfilatino E tutta questa energia, questa arte, crea talento e talenti».

Dopo tanto teatro, cinema e fiction, la popolarità per lei è esplosa come protagonista di Malinconico, avvocato d'insuccesso.

«Ed è arrivata nel momento giusto, dopo 35 anni di carriera: l'ho vissuta con la maturità e la serenità che solo l'esperienza possono dare. Da quel momento è cambiato tutto ma in meglio perché avevo la forza necessaria. La potenza della tv è incredibile: arriva nelle case e gli italiani ti considerano come uno di famiglia».

Ha deciso di far crescere la sua piccola Artemisia a Napoli, nata a febbraio. Mentre sua figlia grande Giulia, nata da un precedente matrimonio, vive a Roma. Com'è la paternità in due momenti così diversi?

«Ci sono una serenità e una consapevolezza molto diversa. I trent'anni di un uomo sono i quindici di una donna. Ora mi godo le cose con più tranquillità. Sono riuscito a realizzare la famiglia allargata che ho sempre desiderato, con mia moglie Shalana Santana, suo figlio Leon che ha 12 anni, la nuova nata e Giulia che ci viene a trovare quando vuole. Vederli tutti insieme è una gioia».

Ha passato più tempo sul palco e sui set che con la famiglia, ne vale la pena?

«Penso a mio padre, Nunzio Gallo: è come se rimanesse immortale, lo si rivede in tv,

nei libri, nei film. Quella che mi ha lasciato è un'eredità diversa da quella tradizionale, non quantificabile nel tempo che ha passato con i figli, ma magari più profonda. Spero che sarà così anche per i miei di figli».

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