(...) al colosso di Biella, 5.000 dipendenti, 11 stabilimenti in Italia, 5 all'estero e marcia su scala planetaria. Lo Zegna cerca venti nuovi dopo 25 anni di promesse d'amore eterno. Sarà, ma non convince. Loro, gli albergatori, presidente Stefano Zerbi in testa. Girava voce di ormeggi schizzati a peso d'oro e il ripiego su Porto Ercole. Ipotesi.
Ma gli albergatori la fiutano. Tant'è che ieri Zerbi scrive al sindaco Giorgio Devoto e all'assessore Francesco Gaioni: «Riceviamo insistenti notizie che la scelta della famiglia Zegna fosse in gestazione da tempo, da quando lo scorso anno, oltre a circa 30mila euro per occupazione della banchina, ne venne richiesto un corrispettivo di quasi 50mila per uso dei gavitelli, che poi venne annullato».
E ancora: «L'investimento per la manifestazione era sicuramente di alcune centinaia di migliaia di euro in linea diretta e molto e molto ancora sull'indotto del territorio e tutto questo è ormai perso». Con la naturale premessa dell'urlo di dolore per lo sfumare d'un Trofeo-vetrina internazionale di un borgo straviziato, coccolato e paparazzato senza freni. «Gravissimo colpo al valore turistico di Portofino e della zona che difficilmente nel breve potrà sostituirlo».
Zerbi non perde occasione per affondare sul Modamare Portofino traslocato in quel di Napoli. E torna a bomba: «All'Argentario sembra abbiano offerto tutto quanto qui negli ultimi tempi è venuto a mancare. Quindi le giustificazioni addotte dalla famiglia Zegna sono probabilmente l'ennesima dimostrazione della classe e signorilità che da sempre contraddistingue il loro operare».
Zerbi taglia, cuce e infilza: «Se così fosse non possiamo che evidenziare la miopia e l'incapacità gestionale di chi avesse definito questa impostazione, non comprendendo che la presenza di un simile evento "paga" alla località per tutto l'anno e crea i presupposti affinché la sua fama e quindi l'appeal sia alto e di valore mondiale». Osservazioni pesantissime, se così stessero davvero le cose. Che nel mirino finiscono «la politica turistica della città e quella commerciale della società di gestione del porto, anche in relazione a come si propongono le altre località quali Saint Tropez e lo stesso Argentario-Punta Ala».
Perplessi prima e infuriati poi, dal Comune respingono il tutto come pure illazioni: «Pensare che abbiamo chiesto quel denaro è assurdo e passibile di querela - insiste Gaioni -. Da Zegna non abbiamo mai preteso nulla. Siamo soci della società mista che gestisce lo specchio acqueo e lo staff Zegna ha sempre fruito gratuitamente di tutto, dai gavitelli, al teatrino, alla luce, eccetto un contributo di mille euro per alcuni servizi specifici. Ed è anche la condizione che avevamo posto alla società nostra partner per la scorsa edizione e quella del 2007».
Gaioni calca sul taglio strumentale e polemico nei confronti dell'amministrazione. «Solo un pretesto per attaccare».
Mentre in primo piano balza ancora la strategia globale dell'azienda, la prua ai nuovi mercati, il ritorno d'immagine planetario che forse Portofino non restituiva abbastanza a fronte di un investimento plurimilionario.
Al chiodo il retrogusto di 25 anni di regate. Restano i tiri incrociati di chi cerca il capro espiatorio in una Portofino «formato» borgo.
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