"Posso dirlo, i sogni si avverano. Scommetto sulla mia Ucraina"

Intervista ad Andry Shevchenko: "Due gol nell’europeo di casa, un’emozione unica Ora possiamo ripetere il miracolo greco del 2004"

"Posso dirlo, i sogni si avverano. Scommetto sulla mia Ucraina"

Andriy Shevchenko una doppietta per l’esordio all’Europeo che si disputa nella sua Ucraina. A 35 anni, contro il suo erede rossonero Ibra.
«Se potessi scegliere i miei sogni vorrei rivivere la serata di lunedì, è stata davvero fantastica».

Nel 2008-09, disputò appena 18 spezzoni di gara, in campionato, senza mai segnare.
«Mi sento ringiovanito di un decennio, voglio ringraziare tutti quanti hanno lavorato con me per un anno e mezzo, aiutandomi a fronteggiare i problemi al ginocchio e alla schiena. Sono in forma e l’ho dimostrato».

L’Ucraina è prima nel girone più forte dell’Europeo.
«È un grande momento per la nazionale e per l’intero paese, ma adesso ci aspettano Francia e Inghilterra. Dobbiamo prepararci».

La Uefa è stata criticata più volte, soprattutto dall’Italia, per avere insistito su Polonia e Ucraina, teoricamente impreparate a organizzare un evento così importante.
«Invece la risposta di entrambe le nazioni è stata eccellente, con stadi sempre pieni e calorosi, nonostante il prezzo elevato dei biglietti. Quarantotto milioni di ucraini hanno dato il massimo per preparare il grande evento, nonostante la crisi economica».

Nel 2018 si tornerà a Est per i Mondiali, in Russia.
«È bello toccare paesi nuovi, più o meno grandi, ricchi o di tradizione. Nel calcio si era arrivati in Europa orientale solo nel ’76, in Jugoslavia, col successo dell’ex Cecoslovacchia. Anche per la Polonia è stata l’occasione per migliorare viabilità e impianti. E cresce la mentalità di popoli interi».

Due anni fa è tornato alla Dinamo Kiev. Partì nel ’94.
«L’anno scorso abbiamo vinto la supercoppa di Ucraina».

Al Milan Berlusconi discute Allegri, come capitava con Ancelotti e, al suo arrivo in Italia, nel ’99, con Zaccheroni. Le piace il calcio dei rossoneri?
«Non ho mai lavorato con Allegri, seguo qualche partita in tv, viene da un biennio di ottimi risultati, contano quelli».

Fabio Capello ha vinto tutto, con il Milan, ma dall’Inghilterra si è dimesso a tre mesi dall’Europeo. A 66 anni non avrà rimpianti?
«È un grande tecnico, di certo le motivazioni relative alla fascia di capitano sono bastate per lasciare».

Hanno giocato tutte le squadre, che Europeo è?
«Molto equilibrato. Sono convinto che sarà memorabile per qualità di gioco e spettacolo, trovo che il torneo sia persino più complicato del Mondiale e allora già superare il primo turno per varie nazionali sarà importante».

L’Ucraina è al debutto in questo torneo.
«Il ct Blokhin ci portò ai quarti di Germania 2006. È un grande psicologo, eccellente motivatore».

Ha tenuto sulla corda persino Sheva, ovvero il capitano.
«Siamo gli unici ucraini vincitori del Pallone d'Oro, il ct nel ’75, io 8 anni fa. È normale la sostituzione o persino che mi tenga in panchina, non ho più 20 anni».

Non battesse la Croazia, per l’Italia sarebbero guai...
«Già. Con la Spagna ha giocato bene, rispondendo sul campo ai soliti casini del vostro calcio, ma avevo previsto difficoltà anche nel passaggio del turno».

In Italia ha ancora il suo manager, Donato Albanese.
«Milano è la mia seconda città. E mi piace Cassano, dà qualità».

Con la Spagna è stato l’unico rossonero titolare, Nocerino è entrato solo per il recupero.


«Prandelli è un grande ct, lavora bene: ha fatto la rosa migliore».

Nel ’92 vinse la Danimarca, nel 2004 il miracolo greco, quale sarà la sorpresa?
«Speravo noi. Per il momento siamo la rivelazione».

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