Roma - "La cultura del posto fisso è un
ritorno al passato non possibile e che peraltro, in questo Paese, ha
creato problemi, da un aumento della disoccupazione, ad un aumento del
sommerso portando nella pubblica amministrazione quella logica
dell’assenteismo, dei fannulloni tanto deprecata". È il leader di
Confindustria, Emma Marcegaglia, a commentare così le parole del
ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Berlusconi: "Totale sintonia con Tremonti" "Completa sintonia" con il ministro
Tremonti, anche sul valore de posto fisso. In una nota, il
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi interviene così nelle
polemiche sollevate dalla dichiarazione del ministro Tremonti che
si è detto favorevole ad un ritorno alla cultura del posto fisso. "La polemica della sinistra sulle dichiarazioni di Tremonti e sul
posto fisso - afferma Berlusconi in una nota - è l’ennesima
conferma della malafede di molti esponenti della sinistra.
Confermo la mia completa sintonia con il ministro Tremonti.
Per noi, come dimostrano i provvedimenti presi in questi mesi a
tutela dell’occupazione, è del tutto evidente che il posto fisso
è un valore e non un disvalore. Così come - aggiunge - sono un valore le cosiddette partite Iva".
Il governo, assicura il premier, "è a fianco dei milioni di
italiani che lavorano come collaboratori dipendenti così come è a
fianco di milioni di italiani che intraprendono, rischiano e
producono ricchezza per sé e per i loro collaboratori,
nell’interesse dell’Italia. Il governo lavora per una società
fatta di libertà, di sviluppo economico e di solidarietà. A
questi principi dell’economia sociale di mercato si ispira anche
la tutela della famiglia come prezioso elemento di stabilità
sociale ed economica, in piena sintonia con la Carta dei Valori
del Popolo della Libertà, Carta che è esattamente la stessa della
grande famiglia della libertà e della democrazia in Europa che è
il Partito del Popolo Europeo".
Tremonti: "Scontato dire che è meglio posto fisso" "Ho detto
una cosa scontata come dire che preferisco il caldo al
freddo". Così il ministro Giulio Tremonti in relazione alla
sua dichiarata preferenza per una società "del posto fisso"
a una società preda del precariato. "Non sono un fanatico
darwinista sociale, da sempre sostengo che lo stato deve
correggere, deve rendere meno gravose le forme della
precarietà, per questo il pacchetto Treu è stata una legge
giusta".
Marcegaglia: "Nessuno è a favore del precariato" "Ovviamente nessuno è a favore della precarietà
e insicurezza in un momento come questo, in particolare. Però noi
siamo per la stabilità delle imprese e dei posti di lavoro che
peraltro non si fa per legge" aggiunge. Per le imprese, dunque, il
problema è duplice: "da una parte serve fare riforme per rendere le
imprese più competitive, dall’altra serve una flessibilità regolata
e tutelata come quella fatta con Treu e Biagi che ha creato 3 milioni
di posti di lavoro", prosegue. "Noi siamo quindi dell’idea che bisogna investire in
ammortizzatori, formazione e in un migliore incontro tra domanda e
offerta come indicato nel libro bianco del ministro Sacconi", dice
ancora sottolineando comunque che il grosso del precariato non arriva
dall’industria "dove il lavoro è più stabile", ma è da cercare
nell’università, nella pubblica amministrazione e nella scuola. "È a
questo che dobbiamo dare una risposta", aggiunge. "La forza di questo
Paese non è la cultura del posto fisso ma proprio come dice Tremonti
sta nei 5 milioni di imprenditori piccoli e medi che rischiano, vanno
sui mercati e cercano di fare tutto il possibile anche in un momento
come questo", conclude.
Epifani: "Se il governo è interessato apra un tavolo" Il governo deve aprire un tavolo di
confronto con i sindacati se è davvero interessato al superamento
del problema della precarietà del lavoro. Lo afferma il
segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo cui "in considerazione delle dichiarazioni del ministro Giulio
Tremonti e della nota diffusa oggi del presidente del Consiglio a
proposito del valore del posto di lavoro fisso, la Cgil chiede di
avviare subito un tavolo di confronto fra il governo e le
organizzazioni sindacali".
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