Il pranzo di Natale in Corvetto tra gli amici di Ramy

Circa 400 le persone che hanno partecipato. E per ognuna di loro c'era un regalo

Il pranzo di Natale in Corvetto tra gli amici di Ramy
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A dieci minuti di metropolitana dal centro, a Corvetto, il periodo natalizio non si riflette in mille luci artificiali, ma si è acceso sotto i riflettori di una cronaca che ha portato la vicenda di Ramy Elgam, il ragazzo di 19 anni che ha perso la vita in un incidente durante un inseguimento con i Carabinieri, al centro dell'attenzione, trasformando il quartiere in uno dei simboli delle difficoltà delle periferie milanesi. In queste zone, spente le luci della cronaca, il Natale indossa abiti più sobri, ma trova spazio nella solidarietà, nei piccoli gesti di comunità e in un senso di appartenenza che resiste alle sfide sociali. A Corvetto «vivono persone con vite e storie diverse, alcune delle quali percepiscono le fatiche sociali ed economiche tutto l'anno e, quindi, anche nel dicembre prenatalizio: nelle occasioni di festa le difficoltà si sentono di più». Lo raccontaStefano Pasta della Comunità di Sant'Egidio, che porta avanti iniziative sociali e solidali a sostegno delle persone più vulnerabili. A rendere più delicato il periodo prenatalizio è stata la morte di Ramy, «ha inciso molto, soprattutto sulle nuove generazioni». Il pranzo di Sant'Egidio, come avviene ormai da 30 anni, si è tenuto il 25 dicembre. «È tutto autofinanziato - aggiunge Pasta - questo è possibile grazie al fatto che, in questo periodo, tante persone ci aiutano in vari modi. C'è una raccolta fondi importante, anche attraverso l'Sms solidale». Inoltre, continua, «c'è chi porta dei regali». A tal proposito, Pasta ha precisato che «ci sono regali nominali, ciascun invitato al pranzo ha un regalo con il suo nome, pensato appositamente per lui», aggiungendo che «a Milano siamo 2100 persone che partecipano al pranzo di Sant'Egidio, circa 400 a Corvetto, e ognuno ha un pacchetto pensato per lui». Gli invitati sono persone che la comunità segue tutto l'anno e che annualmente aumentano «perchè aumentano i servizi che offriamo».

I partecipanti «sono le famiglie dei bambini e dei ragazzi delle Scuole della pace, molti anziani del quartiere che sarebbero soli, ragazzi neo arrivati in Italia, immigrati che aiutiamo nelle pratiche di integrazione, persone che abbiamo aiutato nel quartiere, sia italiane sia non di origine italiana». Ed è proprio in questo contesto che il Natale nel quartiere si trasforma in un momento di vicinanza e solidarietà, attraverso una rete di iniziative proposte dalla Comunità di Sant'Egidio, tra cui il pranzo di Natale.

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