Un premio per i delatori Ora l’Italia diventa come la Germania Est

La commissione anti corruzione propone una ricompensa in denaro. Si rischia lo Stato di polizia fiscale

Un premio per i delatori  Ora l’Italia diventa come la Germania Est

Che il governo avesse come guida e ispirazione la Germania era apparso chiaro fin dall’inizio, meno chiaro era il fatto che, per le politiche interne, la Germania presa a modello fosse quella dell’Est. Non bastava il controllo delle telefonate e la consegna senza fiatare dei conti correnti all’Agenzia delle entrate, adesso nella nostra strada verso la Ddr spunta pure l’incentivo alla delazione e la taglia. Nelle proposte della «commissione per lo studio e l’elaborazione di proposte in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione» (la commissione esiste davvero, non è una battuta) si presenta come idea di punta quella di riconoscere «un premio in denaro non inferiore al 15% e non superiore al 30% della somma recuperata all’erario» per chiunque segnalerà alla giustizia o alla Corte dei Conti «condotte illecite che cagionano danno erariale o all’immagine della pubblica amministrazione».
Questa trovata viene fatta passare come strumento anti corruzione ma c’è da scommettere che l’ambito sarà ampliato ben oltre i confini dell’apparato statale. Pensiamo alla famigerata evasione: in questo clima ipocrita di caccia alle streghe (altrui) come considerare la possibilità di spifferare il sospetto evasore meno importante del «danno di immagine della pubblica amministrazione»? Figuriamoci. Ovviamente vista l’ispirazione da paesi dell’Est non poteva mancare anche la glasnost, dove in omaggio alla «trasparenza» si prevede che per i dirigenti della Pa e per tutti i titolari di incarichi elettivi (quindi inclusi i consiglieri di quartiere o i consiglieri comunali del paesino) sia «resa pubblica la situazione patrimoniale complessiva» sua e del «coniuge e dei congiunti fino al secondo grado di parentela».
Tutti in piazza quindi, dal nonno al nipote. Qui si sta perdendo il lume della ragione. Ma qual è quel paese dove uno è obbligato a dichiarare tutto quello che possiede se lo zio diventa assessore al verde pubblico di un paesino? Già che ci siamo possiamo pubblicare anche i giorni in cui è in casa e la combinazione della cassaforte così, finita l’emergenza corruzione, arriverà l’emergenza rapine e potremo inventarci un’altra bella commissione che prevedrà qualche taglia per chi segnala gli individui in atteggiamento furtivo e la pubblicazione di tutti i beni posseduti dai parenti fino al quinto grado dei rapinatori, così uno impara a nascere in una famiglia più rispettabile. Basta avere fantasia e quella, a quanto sembra, non manca. Bisognerebbe tassarla.
La corruzione e l’evasione fiscale esistono, eccome, il problema è che la delazione e le taglie sono strumenti estremi per la ricerca di singoli individui ben nascosti: vanno forse bene per Bin Laden o per Messina Denaro, non certo per una situazione in cui il malcostume è diffuso e capillare. Quanti di quelli che gridano in piazza contro l’evasione pagano a libri la babysitter? Quanti di quelli che si scandalizzano per la corruzione appena possono dire la loro in consiglio comunale fanno il favorino all’amico dandogli di gomito? La spettacolarizzazione dei blitz antievasione nasconde un fatto noto anche ai bambini, cioè che per scovare dei profitti non dichiarati basta mandare qualcuno a controllare se vengono fatti gli scontrini. Attività degna dei corpi speciali dei Marines. Allo stesso modo per scoprire la corruzione basta avere voglia di guardare e chiedere in giro ai cittadini che, senza bisogno di taglie, denunciano cose che sono sotto gli occhi di tutti. Peccato però che quando lo fanno la cosa non sembra sempre interessare.


In questo impianto staliniano che si sta apprestando manca infatti come sempre la responsabilità della giustizia: come si può essere credibili nel sventolare le taglie quando la procura di Milano non ha messo sotto processo Penati dopo multiple denunce da parte del sindaco di Milano in persona per un affare come la Serravalle che appariva sospetto anche a un analfabeta? L’evasione ha cominciato a essere attaccata dalla riforma delle esattorie nel 2004 e infatti da allora i risultati sono aumentati esponenzialmente. I risultati vengono dal lavoro quotidiano delle forze dell’ordine, per la delazione basta guardare Striscia la notizia. È gratis e divertente.
Twitter: @borghi_claudio

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