C'era il finto malato di Parkinson che chiedeva l'elemosina con la mano tremolante, il finto cardiopatico che si portava da casa il borsone contenente i cartelli strappa-lacrime, del tipo: «Operato di cuore due volte, aiutatemi!». E c'era pure la coppia di finti invalidi - due fratelli di etnia nomade - che a turno impietosiva i passanti mettendo in mostra la gamba «malata». In realtà godevano tutti di ottima salute e nessuno di loro aveva danni fisici permanenti. Tutti e quattro sono stati denunciati a piede libero dai carabinieri della stazione di Genova Portoria per «abuso di credulità popolare» e «atti contro la pubblica decenza». Non si può dire che formassero una banda perché solo due di loro - i finti paraplegici - si conoscevano, ovviamente essendo fratelli. Ma identico era il modo di operare: si piazzavano nella centralissima via Venti Settembre, di fronte all'ingresso dei grandi magazzini, per farsi dare l'elemosina da qualche passante distratto. Il finto malato di Parkinson - un marocchino di 67 anni residente a Genova - in genere si sedeva all'incrocio tra via Venti Settembre e via Cesarea, rivestito di una coperta e con la mano tutta tremante. Più di un genovese si è lasciato impietosire dalla scena e gli ha mollato qualche moneta, qualcuno anche una banconota da venti euro. A fine giornata il marocchino ritrovava vigore e saliva di corsa sull'autobus per andare a fare la spesa e poi filare a casa. Per un paio di settimane i carabinieri della stazione Portoria hanno monitorato tutti i suoi spostamenti, scoprendo anche che un giorno io finto invalido si era recato anche all'Inps per chiedere la pensione sociale, essendo da dieci anni in Italia. Richiesta non esaudita, perché il marocchino non possiede la cittadinanza italiana. Il finto cardiopatico - un giordano di 53 anni residente a Firenze - piazzava il suo borsone al centro del marciapiede, tirava fuori i cartelli sulla sua presunta malattia e si metteva a chiedere soldi ai passanti. Accanto a lui c'era anche una canna da pesca. L'uomo è stato ripreso dai filmati dei carabinieri mentre stava pescando alla foce del Bisagno. I finti invalidi - due fratelli rumeni di 37 e 33 anni - invece agivano in coppia. Uno mendicava al mattino, l'altro al pomeriggio. Le riprese effettuate dagli uomini del maggiore Francesco Pecoraro li hanno immortalati mentre si scambiavano la stampella e sollevavano i pantaloni per mostrare il segno delle cicatrici. Di qui l'accusa di «atti contro la pubblica decenza» formulata dai carabinieri in base all'articolo 726 del codice penale. Nel filmato di dodici minuti effettuato dalle forze dell'ordine si vedono i due rumeni mentre al termine della giornata camminano normalmente tra la folla. Le stampelle «attrezzi del mestiere» nel frattempo erano sparite. I carabinieri sono riusciti a identificare tutti e quattro grazie alle segnalazioni dei negozianti da cui avevano scambiato gli spiccioli dell'elemosina.
E determinante è stata anche l'attività del carabiniere di quartiere che nelle ultime settimane ha raccolto le testimonianze di alcuni passanti. L'attività dei quattro era particolarmente redditizia: 70/80 euro al giorno per ciascuno di loro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.