da La Spezia
La speranza sarà anche l'ultima a morire, ma a Spezia, guardando alla crisi nera in cui versa la squadra di calcio in caduta libera verso il ritorno in serie C, di speranza ne è rimasta ben poca.
Ed ad aver abbandonato ormai ogni sogno di recupero è lo stesso presidente Giuseppe Ruggieri che attacca tutti, dal direttore sportivo Francesco Ceravolo ad alcuni giocatori che, a suo dire, al 100 per 100 hanno giocato contro mister Soda e non onorando il contratto per il quale sono pagati.
Domenica, dopo il 2 a 1 che il Treviso ha portato via sul campo casalingo dello Spezia c'è stata anche la contestazione dei tifosi che fino al 94' hanno sostenuto la squadra con cuore e coraggio. Ruggieri ha convinto tutti, compresi coloro che non hanno giocato, ad avvicinarsi al cancello di uscita, dove hanno ricevuto insulti e sfottò sotto il controllo attento della polizia. Facce serissime, ma Ruggieri è stato chiaro : «Io non ci credo più».
Le sue parole sono come frustate: «Io non ci credo più, non è solo una questione di matematica. Nel giorno in cui avevo chiesto la gara della vita, di dare l'anima, alcuni non hanno espresso nulla, nessuna cattiveria, forza o quella voglia che deve venire da dentro. Mi assumo moltissime responsabilità, ma qui c'è gente che gioca solo per il denaro, non hanno rispetto per una curva ed uno stadio che sono un patrimonio per il calcio italiano. L'ho detto che serviva una spinta corale che non c'è stata; ci sono giocatori infortunati da gennaio e che ancora non si è capito cosa abbiano avuto, altri che disputano questi match in un modo irritante. Pensavo, dopo Modena, di aver ricompattato il gruppo, e su quella partita ho ancora mille dubbi in testa. Poi la squadra ha continuato a tratti e con alcuni uomini a giocare contro Soda. Ho sbagliato a non lasciarlo andare quando me lo chiedeva? Sarei stato sotto ricatto di un gruppo di questi e non volevo dargliela vinta. Loro sono nostri dipendenti e non viceversa. Oggi mi trovo quasi in C1 e loro con uno stipendio da favola. Valutazioni tecniche? Sì alcuni, anche Ceravolo, hanno sbagliato, sono arrivati giocatori dall'elevato tasso tecnico, ma che non hanno capito la piazza e la categoria, ma soprattutto la maglia. Non sono stati in grado di sentirsela addosso: per questa squadra ci vuole uno psichiatra, la dignità e l'onore per molti sono un optional. Eppure dovrebbero essere l'emblema del nostro settore giovanile, l'immagine da vendere ai bambini. Ho offerto loro un premio, in settimana, per raggiungere la salvezza, del quale mi vergogno a dire la cifra (500 mila euro). Un'offesa per la gente che lavora sodo tutti i giorni e che tanti soldi non li vedrà mai per tutta una vita. Mi sento tradito e stanco, ma consapevole di aver commesso anch'io errori fatali, ho capito solo a Modena, forse tardi, che la squadra stava andando alla deriva. Mi verrebbe la voglia di non pagarli, dovrebbero pagare loro i tifosi, la dignità dei quali è ineccepibile, hanno tifato fino all'ultimo respiro.
Ed intanto c'è chi parla di futuro ed ipotizza l'arrivo a Spezia, per riconquistare la B, di mister Nedo Sonetti, l'altro pomeriggio al Picco come spettatore.
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