Il presidente Ruggieri: «Soda rimane»

Il presidente Ruggieri: «Soda rimane»

da La Spezia

Tante minacce, propositi, discorsi e accuse. Ma alla fine non è successo nulla. Già, nulla di fatto dopo il crollo dello Spezia a Modena. Nessun cambiamento della rosa, nessuna dimissione, nessuna punizione. Solo la consapevolezza che qualcuno, in campo e negli spogliatoi, remava contro per dissapori con il mister. E a pagare sino ad ora è stata solo la classifica.
Antonio Soda resta al suo posto, nessun giocatore sarà "epurato" dalla rosa: questo il risultato dei colloqui tra il presidente Giuseppe Ruggieri, l’allenatore, lo staff tecnico e la squadra.
«Antonio Soda aveva rassegnato le proprie dimissioni dopo la sconfitta di Modena: è un atto che dimostra la grande onestà e serietà dell'uomo, prima ancora che del professionista. Ho ritenuto opportuno, però, lavorare per convincere il tecnico a restare in sella e, contemporaneamente, per capire che cosa sia andato storto in quest'ultimo periodo». Ruggieri inizia cosi la conferenza stampa del dopo Modena: il presidente, circondato da Rocco Russo, Franco Ceravolo e Milo Campagni, i suoi collaboratori più stretti, ha passato un weekend tanto importante quanto faticoso. «Le notti di sabato e domenica - spiega Ruggieri - le ho passate a parlare con il mister nella mia casa di Reggio Emilia. Sono stati colloqui importanti, ho cercato di capire cosa fosse accaduto nello spogliatoio, quale fosse il punto di vista dell'allenatore. Poi ho incontrato la squadra. Non capita molto spesso che un presidente discuta apertamente con i giocatori. È stato un dialogo che ho apprezzato molto, ho discusso con tutti e chiesto a tutti, senza giri di parole, quali fossero le ragioni che li avevano condotti alla disastrosa prestazione offerta al "Braglia". Ho compreso che il problema era sorto a causa di piccoli malintesi».
Insomma, una storia di dissapori, di un rapporto difficile tra i calciatori e il loro allenatore che invece di essere resa palese e affrontata con serietà, ha portato lo Spezia sul baratro della retrocessione.
«Antonio Soda vive il suo ruolo di allenatore in modo estensivo - dice ancora Ruggieri - lui sente questa società come la sua e si accolla responsabilità che non sono di sua stretta competenza. I risultati difficili e questa forte pressione, spesso anche autoprodotta, hanno pesato sul suo sistema nervoso. Il suo carattere forte, poi, ha fatto il resto, generando frizioni con alcuni giocatori. Forse il mister ha tenuto atteggiamenti troppo autoritari che la squadra ha male interpretato».
Ed allora i quattro elementi additati da Ruggieri in sala stampa a Modena? Nomi non se ne fanno, anche se gli occhi sono puntati sul comparto offensivo, tanto che sembra che lo "sciopero della qualità" fosse generalizzato.
«Avevo in mente quattro persone dopo avere visto la partita - spiega Ruggieri - ma ad essere onesti sono molti i giocatori che non sono stati all'altezza della situazione. Antonio è un tecnico giovane che, nella relazione con la squadra, ha pagato un briciolo di inesperienza. La squadra, da parte sua, ha fatto quadrato e reagito come non doveva».
Ma dal silenzio stampa imposto alla squadra in ritiro arrivano le conferme sui momenti di nervosismo nello spogliatoio dopo la gara di sabato.
«L'aria era molto tesa, io stesso ho evitato di scendere negli spogliatoi per evitare che la situazione degenerasse - chiude il presidente - la squadra mi sembra nuovamente compatta se la mia intuizione è giusta lo vedremo presto.

Ciò che non mi è andato giù è la mancanza di rispetto verso la tifoseria. Se il loro obiettivo era colpire l'allenatore hanno sbagliato bersaglio. Un comportamento che si è ritorto principalmente contro i tifosi e la società, che paga regolarmente gli stipendi».

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