Francesco Kamel
da Roma
Dopo la «finanza rossa» del caso Unipol-Bnl, a rovinare la torrida estate del centrosinistra sono arrivate anche le «tonache rosse». Come concorrenti alle primarie del 16 ottobre in cui si sceglierà il candidato premier dell'Unione sono spuntati prima don Andrea Gallo e poi anche don Vitaliano della Sala: i due preti del movimento no global. Lidea di far concorrere un sacerdote con tanto di programma zapateriano è di Luca Casarini e Francesco Caruso e per stessa ammissione di don Gallo nasce dalla convinzione che «qualche disturbo alle manovre dei partiti dell'Unione dovesse essere fatto». Nemmeno Giovanni Guareschi avrebbe potuto pensare a un Don Camillo che scavalca a sinistra Peppone. Ma una candidatura alle primarie non si nega a nessuno e nel condominio dellUnione gli aspiranti amministratori aumentano col passare delle settimane. Oltre a Prodi ci sono già Bertinotti, Pecoraro Scanio, Di Pietro, (in forse) Mastella e Sgarbi, più varia umanità. In effetti, mancava un candidato col «passamontagna arcobaleno» che si presenti col programma (testuale) di «diffondere la lieta novella».
Per la candidatura «clericonoglobal» si preannunciano comunque difficoltà. Secondo il cardinale Tarcisio Bertone «sarebbe uno strappo ulteriore nei confronti della Chiesa». Ma don Gallo sul Manifesto è stato chiaro: «Se qualcuno mi chiede di candidarmi non mi tiro indietro, per coerenza con le battaglie di una vita». Determinato anche don Vitaliano: «L'idea di essere uno dei candidati alle primarie, insieme a don Gallo, mi interessa soprattutto per far ascoltare ai partiti del centrosinistra voci, sentimenti, passioni, realtà, da cui oggi sono lontani». Ma tra i due sacerdoti e Palazzo Chigi (oltre alle primarie e al dettaglio delle elezioni politiche) c'è la riunione della prossima settimana in cui l'universo no global deciderà ufficialmente la candidatura e non ultimo il placet necessario da parte del vescovo.
Di certo la candidatuta di una tonaca no global creerebbe problemi a Fausto Bertinotti che aspira alla leadership di tutta l'estrema sinistra per condizionare il programma di governo. Ma nel Prc ci sono pareri opposti. Per Salvatore Cannavò della minoranza interna «l'annunciata candidatura di don Gallo rende la competizione ancora più assurda», in questo modo le primarie sono «uninutile gara al massacro con Bertinotti che quindi andrebbe sospesa». Invece per Michele De Palma (giovani del Prc) «è un fatto importante che aggiunge storie, percorsi e culture». Via libera anche dal verde Pecoraro Scanio: «È positivo perché arricchisce la coalizione».
Ma è l'insofferenza il sentimento più diffuso nellUnione. Enrico Boselli (Sdi) ha alzato le barricate contro linatteso blitz dei no global. Gelido anche il prodiano Franco Monaco della Margherita: «È bene che i preti facciano i preti e i laici i laici. La politica è, per eccellenza, compito e responsabilità affidati ai laici. In ogni caso non è ammissibile che si manifesti il proposito di partecipare alle primarie con l'intenzione di sabotarle». Dubbi li ha espressi anche Ciriaco De Mita che «si aspetta dalle primarie indicazioni politiche e programmatiche, diversamente non saranno servite a niente». Anche il Pdci si oppone: «Prodi - ha detto Gianfranco Pagliarulo - va sostenuto in ogni modo alle primarie, ma mi chiedo a questo punto a cosa servano». Per Mauro Fabris dell'Udeur «la candidatura di don Gallo mette a rischio la credibilità delle primarie. Primarie che noi non volevamo e che temiamo possano trasformarsi in una farsa». Infine, il Ds Vannino Chiti giudica «senza senso» la candidatura del sacerdote genovese.
Ma sulla vicenda mugugna anche il popolo no global sul sito web di riferimento, Indymedia Italia. Molti preferirebbero Casarini in prima persona contro Prodi.
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