Il primo arresto sull'urbanistica. E il Comune rinuncia al Salva Milano

In manette l'ex dirigente Oggioni. Il sindaco: "Saremo parte civile e stop al ddl". Dalle intercettazioni spuntano le trame di Bardelli, oggi assessore, per far fuori Sala

Il primo arresto sull'urbanistica. E il Comune rinuncia al Salva Milano
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«Io difendo sempre l'amministrazione e la squadra, poi se uno ha sbagliato, che paghi e paghi anche duramente. Ci rimettiamo a quello che il sistema giudiziario sta facendo. Non sono mai situazioni piacevoli da gestire, cercheremo di capire». Il sindaco Beppe Sala ha difeso per mesi i dirigenti e funzionari colpiti dalle inchieste della Procura sull'urbanistica, ha ripetuto in loop che «non stiamo parlando di corruzione e quello che abbiamo fatto è stato per il bene di Milano, i miei funzionari si trovano sotto inchiesta perchè hanno seguito le nostre regole, non ci dormo la notte». Ma ieri dopo il primo arresto, quello dell'architetto Giovanni Oggioni, ex direttore dell'urbanistica e ex vicepresidente della Commissione Paesaggio, in pensione dal 2021, accusato di corruzione, depistaggio e falso nell'ambito di un'inchiesta su pratiche edilizie alterate con più indagati, questa volta sceglie la linea della prudenza. E con una nota ufficiale quasi in serata arriva il cambio di rotta: «Alla luce delle ipotesi di reato emerse dall'Ordinanza del Gip del 21 febbraio, che il Comune ha ricevuto oggi e potuto leggere integralmente, considera di costituirsi parte civile. Dal 2020 ha reso obbligatorio per dirigenti e funzionari dichiarare eventuali condizioni di incompatibilità, vale anche per i membri di Commissione. Dichiarazioni che non risultano essere state rese da chi oggi è indagato». Tra le misure messe in atto dopo le inchieste ricorda «l'avvio dei i lavori per un nuovo Pgt». E annuncia: «Gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità descritti negli atti di accusa ci inducono a non sostenere più la necessità di proseguire nell'iter di approvazione della proposta di legge Salva Milano». Dopo il terremoto, sarebbe finito su un binario morto. Verdi e M5S erano già sulle barricate, ieri la segretaria Pd Elly Schlein ha dichiarato che «dopo i gravi fatti emersi è evidente che non ci sono le condizioni per andare avanti».

L'arresto scatta all'alba, un'ora dopo la Guardia di Finanza perquisisce anche gli uffici della Rigenerazione urbana, del segretario generale Fabrizio Dell'Acqua e del Responsabile della prevenzione della corruzione, l'ex capo dei vigili Marco Ciacci. Alle 9 Sala arriva comunque puntuale all'appuntamento con gli studenti del liceo Parini in co-gestione. «Devo capire, leggo le agenzie, non so nulla». A domanda risponde «io vivo preoccupato». E ai liceali ribadisce che non vuole «dare giudizi ma a Milano l'edilizia è ferma perchè le indagini della Procura hanno portato a una paralisi. Giudicheranno e poi vedremo». Rinvia per ora una resa dei conti con l'assessore alla Casa Guido Bardelli: dalle chat agli atti della Procura spuntano critiche sue e di Oggioni nei confronti dell'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, l'ex dirigente sostiene di non sentirsi protetto da Sala, dal dg Malangone («non risponde neanche ai messaggi per cortesia»), in uno scambio del 12 settembre 2023, quando Bardelli era ancora senior partner dello studio legale Ammlex e presidente della Compagnia delle Opere, scrive a Oggioni parole contro la Procura («sono fuori») e contro Sala: «Dobbiamo far cadere questa giunta». Ci è entrato il 2 luglio al posto di Pierfrancesco Maran, volato a Bruxelles. Al sindaco viene chiesto se prenderà provvedimenti: «Non lo so, vedremo, non penso proprio». Anche qui, si vedranno le evoluzioni.

Il gruppo milanese della Lega tuona: «Siamo garantisti fino al terzo grado di giudizio, ma ci preoccupa la deriva che stanno prendendo le indagini sull'urbanistica. i tratta dell'ennesima conferma dell'esistenza di un sistema Milano. Serve più trasparenza e un commissariamento sull'urbanistica. Sala riferisca in un consiglio straordinario urgente». Anche il capogruppo FdI Riccardo Truppo tuona: «C'è una responsabilità politica ben chiara, Sala e la maggioranza facciano un passo indietro».

Il sottosegretario leghista Alessandro Morelli ieri ha chiesto ancora «uno sforzo da parte di tutti per approvare il Salva Milano e far uscire il settore da questa situazione di drammatico stallo che danneggia il Paese e vede decine di famiglie nel limbo». Anche i consiglieri di Fi Alessandro De Chirico e Deborah Giovanati hanno chiesto di votare il ddl «senza se e senza ma per non mettere a repentaglio imprese e posti di lavoro».

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