La principessa di Svevia rivuole Castel del Monte «L’Italia non lo sa curare»

L’aria di tempesta nel comune di Andria l’avevano già fiutata un paio di giorni fa. La principessa Yasmin Aprile Von Hohenstaufen, diretta discendente di Federico II, «erede e titolare legittima dell’antico Regno di Sicilia» stava tornando. Della nobildonna ne avevano già sentito parlare. Lei è la stessa che rivendica una parentela direttamente con Gesù. L’obbiettivo, questa volta è la riconquista del Castel del Monte, costruito dal suo antico parente, l’imperatore Federico II, nel XIII secolo dove, sempre secondo Yasmin, sarebbero custoditi i resti di Gesù. Così ad Andria quando è arrivato il telegramma della principessa nessuno si è scomposto più di tanto. Nemmeno il sindaco, Vincenzo Zaccaro. «Fosse la prima volta. Ma non sono l’unico ad aver ricevuto posta, racconta Zaccaro». L’altro telegramma arriva sul tavolo del Procuratore della Repubblica di Andria. La nobildonna è determinata: «Castel del Monte è in stato di estremo degrado, ne chiedo quindi la restituzione». La battaglia è aperta. La principessa rivuole il suo maniero e lo pretende per motivi più che nobili che spiega lei stessa: «Decaduto per l’incuria a simbolo di stupore dell’ignominia, sarà destinato a onfalos della sapienza, scienza, centro della pace e dialogo tra i popoli, nonchè polo di eccellenza ricerche energie alternative contro il cancro». Ma non solo. È sempre la Von Hohenstaufen che spiega: «Il Castello reclama la mobilitazione dei Grandi Saggi e paradossalmente l’appello agli intellettuali, agli spiriti eletti, scienziati e poeti, artisti, mistici...». Il sindaco Zaccaro intanto allarga le braccia e sbuffa: «Ci risiamo». C’è una vecchia conoscenza tra i due. Senza simpatia. «Per quanto demenziale appaia la richiesta, non è con me che la signora deve parlare. Il castello non è di Andria ma dello Stato. Quindi se la principessa lo rivuole, si prepari a ripagare allo Stato e la Sovrintendenza di tutto il denaro investito per la manutenzione del momento che è un bene dell’Unesco».
Il castello federiciano e le sue pertinenze infatti furono acquistate dallo Stato italiano nel 1876 per venticinquemila lire dal Duca Carafa di Andria. «Al massimo la signora - sottolinea il sindaco - dovrebbe scrivere al ministro Bondi». Una vecchia ruggine quella tra il primo cittadino e la nobile, costellata da tanti piccoli litigi. «Mi ricordo soprattutto di quella causa che aveva intentato contro la Fiat. All’epoca - spiega il primo cittadino - la signora voleva un rimborso miliardario perché nessuno gli aveva chiesto il permesso di utilizzare l’immagine del castello che appariva per un secondo nella pubblicità di un’auto». E poi? «Ovviamente la perse. Pensavamo di essercene liberati ma ecco che ora torna alla carica». Ma il sindaco non sembra il solo ad aver avuto problemi con la principessa. Il presidente della Fondazione Federico II Hohenstaufen di Iesi, prende subito le distanze e assicura: «Io con la principessa non ho niente in comune. Abbiamo litigato tempo fa, ha minacciato di farmi causa». Poi, in tarda serata la svolta. Arriva la lettera della principessa che da Montecarlo spiega: «L’esigenza del telegramma al comune era doverosa dal punto di vista della comunicazione immediata, in quanto tempestiva notifica di ricognizione storico.

Il degrado emerso dai media era una ferita viva, perché da anni ho mobilitato energie per includere Castel del Monte quale patrimonio dell’umanità». Insomma una richiesta del tutto legittima. Tanto che poi la nobildonna ci tiene a precisare: «Alcuna rivendicazione monarchica vi è in tale gesto!». Parola di principessa.

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